Stanchi? Stressati? Invece di impasticcarci passiamo almeno venti minuti al giorno a contatto con la natura. Tutte le ricerche, dalla prima del 1984 a quelle successive, dimostrano che la presenza di alberi e piante migliorano l’umore e il benessere fisico e mentale.
Niente pillole, ma tanta natura, tanto verde, tanti alberi. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in psychologyquesta esperienza è sufficiente a ridurre il principale ormone dello stress, il cortisolo. «Sapevamo che trascorrere del tempo immersi nella natura ha effetti antistress, ma finora non sapevamo in quali dosi e in che maniera assumere il contatto con la natura, spiega Mary Carol Hunter dell’università del Michigan che ha condotto l’ultima di una serie di ricerche sull’argomento. Questo studio ha messo in evidenza che i risultati maggiori si ottengono trascorrendo dai venti ai trenta minuti al giorno seduti o passeggiando in qualsiasi luogo che ci trasmetta il senso di vicinanza con la natura.
La prima ricerca sul potere benefico delle piante risale al 1984. Porta la firma del dottor Roger Ulrich, un ricercatore del dipartimento di geografia dell’università del Delaware negli Stati Uniti, lavorando sui dati di un ospedale specializzato nella rimozione della cistifellea in Pennsylvania, scoprì che i pazienti cui erano state assegnate, casualmente, stanze che si affacciavano sulle chiome degli alberi venivano dimessi dall’ospedale prima di quelli sistemati in stanze le cui finestre si affacciavano su un muro. Non solo, durante la degenza i fortunati pazienti delle stanze con vista alberi avevano bisogno di meno analgesici (e più blandi) e mostravano un umore significativamente migliore.
Lo scetticismo iniziale. I risultati ottenuti dal dottor Ulrich furono accolti con sufficienza se non con una vera e propria incredulità. Ma negli anni successivi il ricercatore del Delaware ebbe soddisfazione da una miriade di ricerche che confermarono la sua scoperta. La grande mole di risultati ottenuti con le ricerche successive ha dimostrato che esiste una relazione diretta fra la quantità e la qualità degli alberi e la salute delle persone. «In pratica – ha spiegato di recente il professor Stefano Mancuso dell’università di Firenze – qualunque esposizione a spazi verdi migliora la salute psichica e fisica, riduce la mortalità non dovuta a incidenti, abbassa la pressione sanguigna e l’incidenza di malattie cardiovascolari, riduce lo stress, diminuisce la depressione, limita le degenze ospedaliere, livella le differenze fra le condizioni di salute dei ricchi (migliori) e dei poveri (molto peggiori)».
Da uno studio effettuato a Toronto in Canada nel 2015 è stato scoperto che la presenza di undici alberi in più per isolato migliora le condizioni di salute della popolazione in maniera paragonabile a un aumento del reddito personale annuo di migliaia dollari. La relazione fra piante e salute è così forte che là dove si presentino improvvise riduzioni di alberi, la condizione fisica delle persone peggiorerebbe in maniera sostanziale.
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