Descrizione
“Aranci, aranci, cu li fà li guai si li chianci”. Nicolò Azoti, spirito libero, sindacalista, musicista, muore ammazzato dalla mafia a pochi metri da casa, da sua moglie, da sua figlia. Antonina ha quattro anni quando vede, sul letto, suo padre agonizzante. Nicolò è morto battendosi per la riforma agraria, ma sulla sua famiglia cala un sudario di isolamento e vergogna. “Anche Dio lo considerava colpevole?”, scrive Antonina, che attraverso questo libro riscatta, oltre alla memoria di suo padre, anche se stessa.
Coedizione con Terre di mezzo
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