La grande fuga dallo streaming

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La crescita delle piattaforme televisive, che fino a poco tempo fa sembrava inarrestabile, fa registrare una decisiva battuta d’arresto. Con centinaia di migliaia di clienti che disdicono gli abbonamenti

Centinaia di migliaia di abbonati in fuga e qualità in calo: per la prima volta dopo anni di crescita Netflix, colosso della Tv in streaming (visione on line), sembra in difficoltà. Ma in crisi è l’intero settore. Anche se per molti è difficile parlare di vera e propria crisi, pare però che sia finita l’era delle vacche grasse. Gli anni della pandemia sono stati un punto di svolta per l’evoluzione del sistema televisivo determinando la popolarità dello streaming e della Tv on demand. Costretti in casa, accedere a migliaia di titoli tra film e serie televisive è stato per molti un ottimo modo per passare il tempo. E così Netflix, Disney+, Prime Video, Apple Tv e gli altri servizi sono esplosi, cambiando il modo di guardare la televisione. Oggi la crescita, che sembrava inarrestabile, pare però arrivata al suo apice, avviando il mercato verso una nuova fase.

Perché le piattaforme rallentano. Le cause del rallentamento, che per qualcuno sembra annunciare addirittura un declino, non si possono riassumere nel ritorno alla normalità pre-Covid e a un nuovo cambiamento delle abitudini. Certo, con l’allentamento delle restrizioni, sono state sempre di più le persone che hanno preferito uscire invece di stare in casa a guardare la televisione. Inoltre, sono sempre di più gli spettatori che dichiarano di aver già visto la maggior parte dei contenuti ai quali erano interessati. Battendo così, almeno in parte, i ritmi frenetici con cui le varie piattaforme ne aggiungono costantemente di nuovi.

Addio ai costi bassi. Ma certamente ciò non basterebbe a determinare ciò che sta accadendo. Fino a qualche anno fa, Netflix era praticamente sola sul mercato ed era percepita come una novità. E con Netflix l’intero settore. Attraeva il pubblico grazie a costi di abbonamento bassi e contenuti esclusivi e innovativi. Ma oggi la concorrenza è aumentata e i rivali sono tanti e tutti molto agguerriti, rendendo così l’offerta più frammentata e aumentando i costi mensili per chi vuole seguire tutte le ultime novità. Infatti, il rincaro degli abbonamenti in molti casi ha reso il canone mensile rinunciabile nella lista delle spese ed è sempre più complicato economicamente per gli abbonati seguire più servizi insieme. Così, se non si riducono gli spettatori in termini assoluti per lo streaming, le singole piattaforme, a partire da Netflix, si vedono ridotti gli abbonati. Cercando così strategie diverse da quelle che hanno permesso il boom di questi anni.

*Articolo integrale sul numero di Ottobre di Liberetà