La musica al tempo del coronavirus. Una nota tira l’altra #7

0
2188

Certo, la musica cambia spesso stile, strumentazione, ritmo tra un’epoca e un’altra. Ma la musica che emoziona non teme il passare degli anni. E la distinzione tra musica classica e leggera è solo una semplificazione di comodo: la musica è musica, un susseguirsi di suoni e di pause di silenzio che ci toccano in profondità da migliaia di anni.

Stavolta vi proponiamo un gioco. Due brani musicali degli anni Sessanta e i loro rispettivi originali più antichi.

Il primo brano da ascoltare è Can’t Help Falling In Love, la famosa canzone di Elvis Presley interpretata dallo stesso Elvis (ascolta il brano) oppure nella splendida versione di Andrea Bocelli (ascolta il brano).
Vi ricorda qualcosa questa canzone? Le parole sono diverse ma la melodia è la stessa della romanza “Plaisir d’amour”, composta in Francia attorno al 1784 da Jean-Paul-Égide Martini su parole di Jean-Pierre Claris de Florian: Il piacere d’amore non dura che un momento, il dolore d’amore dura tutta la vita. Pare fosse una delle canzoni preferite dalla regina Maria Antonietta e si dice che ai tempi della rivoluzione francese spesso si sentisse la regina che la cantava dalla sua prigione (ascolta il brano).

Il secondo brano è un famoso pezzo dei Jethro Tull del 1969 dal titolo Bourée da ascoltare e guardare in rappresentazione di quegli anni (ascolta il brano). Anche in questo caso il pezzo moderno poggia su un solido brano antico: la Bourée dalla suite per liuto n.1 di Bach. La bourée (o bourrée) è un’antica danza binaria di origine francese o spagnola molto usata nelle composizioni musicali del Settecento (ascolta il brano).
Naturalmente ciascuno è libero di scegliere quale versione musicale preferire: se l’originale o la reinterpretazione moderna. Sono ancora in grado di emozionare entrambe.

P.S. Il mistero Marsigliese si infittisce! Nel bellissimo concerto per piano e orchestra K 503 di Mozart, al sedicesimo minuto del primo movimento, ci sono chiaramente le prime due battute dell’inno francese. Il quale fu scritto nel ’92 mentre Mozart morì nel 1791. Unica possibile soluzione del mistero è che l’inno francese sia stato in realtà scritto da Gian Battista Viotti nel 1781 nelle sue variazioni per violino. E che Mozart conoscesse quello spartito. Il brano di Viotti è così uguale alla Marsigliese da dare adito a qualche sospetto (e la critica su questo si divide). Sentire per credere (ascolta il brano).
(Dulcis in fundo: Viotti dovette scappare da Parigi perché troppo vicino a Maria Antonietta e poi da Londra perché considerato giacobino).

Rubrica a cura di Gaetano Sateriale