Il campo è un viaggio all’indietro di 80 anni, quando il 25 luglio 1943 i fratelli Cervi offrirono a tutte e tutti la pastasciutta per festeggiare l’arresto di Mussolini, ma anche un brusco ritorno ad un presente in cui i processi raccontano una provincia reggiana dove la ‘Ndrangheta si è radicata e dov’è presente un profondo confine tra chi è ricco e chi, invece, vive ai margini.
Gattatico, 25 luglio 2023: a distanza di ottant’anni da quello stesso giorno del 1943 in cui i sette fratelli Cervi organizzarono la prima pastasciuttata antifascista per festeggiare la caduta del fascismo, al ricordo di Casa Cervi quest’anno partecipano anche i ragazzi e le ragazze che hanno deciso di prendere parte al campo antimafia organizzato dal 24 al 29 luglio da Libera proprio nella residenza. “Ricordati di resistere: margini e confini” è questo il titolo dell’esperienza che vede coinvolti anche i volontari e le volontarie dello Spi Cgil. Quella del 25 luglio 1943 è una data davvero speciale da ricordare: Mussolini venne arrestato e bisognava festeggiare, era il momento di farlo insieme a tutta la comunità e con una bella pasta burro e parmigiano. Oggi la pastasciutta antifascista si cucina, si mangia e si celebra in tutta Italia come simbolo della Resistenza Italiana e i campisti e le campiste del paese in provincia di Reggio Emilia la ricordano insieme alle realtà sociali che quotidianamente si battono per la democrazia, l’antimafia sociale e l’antifascismo. Quest’anno, in occasione dell’ottantesimo anniversario, i partecipanti al campo saranno coinvolti nelle attività legate all’organizzazione dell’iniziativa che, come ogni anno, prevede la partecipazione di ospiti importanti e di migliaia di persone da tutta Italia. Collaboreranno con i volontari di Casa Cervi alla preparazione dei pasti, al servizio e all’organizzazione logistica dell’evento.
Claudia Carlino, segretaria nazionale dello Spi, ricorda come «la presenza oggi in questo campo assieme a Libera è il momento giusto per ricordare l’impegno del sindacato sui temi della legalità e dell’antimafia e per valorizzare con l’incontro intergenerazionale. Vogliamo trasferire attraverso un momento di memoria storica collettiva le imprese di alcuni sindacalisti vittime di oppressione mafiosa negli anni passati. È giusto che questi ragazzi conoscano l’esperienza di chi ha perso la vita per difendere i diritti e in nome della legalità. Legalità è anche antifascismo ed è ricordare la storia dei fratelli Cervi, soprattutto alle nuove generazioni».
Albertina Soliani, presidente dell’istituto Alcide Cervi, racconta le prime esperienze di memoria in casa Cervi: «oggi qui a Gattatico siamo più di duemila: vogliamo riprendere il messaggio dei fratelli. Le prime pastasciutte dopo la loro morte sono state fatte qui, tra il portico e l’aia. In un momento di guerra e di grande paura dove c’era molta fame i Cervi si dissero “cosa possiamo fare? Dobbiamo fare qualcosa. Gli diamo da mangiare, ecco cosa possiamo fare!”. Era un messaggio di speranza di rinascita: la pastasciutta è qualcosa che nutre, è stare insieme e stare insieme tutti. Senza differenze. Questa è la democrazia».
Mirco Zanoni di Casa Cervi racconta di «un campo ibrido, diverso dal resto dei campi di Libera, perché siamo in un bene storico, non confiscato alla mafia. Un luogo dove la legalità va stabilmente a braccetto con la memoria. La nostra scommessa è quella di unire generazioni, resistenze e valori che hanno moltissimo in comune e che insieme possono produrre nuovi percorsi. I ragazzi partecipano alla distribuzione della pastasciutta, che è l’atto supremo di questa festa: tutto si concentra proprio nel dono di un pasto che verrà dato gratuitamente e potrà essere mangiato assieme a tanta altra gente. L’idea di portare la pastasciutta offerta altrove rispetto a qui è venuta a tanti amici e quest’anno abbiamo un record di 260 pastasciutte organizzate in questa settimana, dal nord al sud dell’Italia. Una storia che convoca attorno a questa tavola ideale un popolo molto più vasto di quello presente qui».
I volontari dello Spi presenti a Casa Cervi
E poi ci sono i volontari e le volontarie del sindacato dei pensionati della Cgil. Come Maurizio, ex operaio metalmeccanico iscritto da sempre alla Cgil, che partecipa al campo e collabora con lo Spi di Parma dal 2014. Maurizio sottolinea quanto sia importante la giornata di oggi: «vogliamo trasmettere ai ragazzi il rispetto della legalità e delle regole e il valore della democrazia». Elena di Valdagno, in provincia di Vicenza, è una pensionata alla sua prima esperienza in un campo di legalità. E viene proprio dalla provincia dove si trova il comune di Rosà in cui la sindaca, in palese violazione della Costituzione, non ha concesso all’Anpi lo spazio per la Pastasciutta antifascista perché il nome “può essere un richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico”. E sempre in provincia di Vicenza, a Porto Burci ieri è comparsa una scritta intimidatoria del “Mis” contro gli organizzatori della Pastasciutta: “Se manca l’olio lo portiamo noi”. L’allusione è all’olio di ricino che i fascisti somministravano agli oppositori per umiliarmi.
Elena, la volontaria del sindacato pensionati, sottolinea invece quanto sia fondamentale «essere qui assieme ai giovani e lavorare con loro. Ci danno un arricchimento che è qualcosa di davvero speciale». Le fa eco Ornella, anche lei dello Spi di Valdagno, alla terza esperienza nei campi: «C’è bisogno di noi e noi abbiamo bisogno di loro: loro per crescere e noi per dargli sostegno».
I ragazzi e le ragazze che partecipano al campo
E sono tanti i giovani che ogni anno prendono parte ai campi della legalità, come Letizia che ha diciassette anni, viene da Torino ed è alla sua prima esperienza. «Ho scelto questo campo – racconta – perché è legato all’antifascismo: un valore che deve essere condiviso da tutti. Anche nella politica dove spesso manca nonostante sia riconosciuto dalla nostra Costituzione come base del nostro vivere. Sono contenta di essere qui: ho conosciuto tante persone che mi stanno insegnando molto. Lo scambio con lo Spi è importante ed emozionante proprio perché possiamo apprendere molto».
Mattia viene da Trieste, ha diciassette anni e partecipa al campo grazie al passaparola dei suoi amici, per mettersi in gioco, eliminare la paura e scoprire un ambiente nuovo che non conosce: «avere a che fare con persone più grandi di noi, che hanno combattuto certe battaglie e hanno una ampia conoscenza è davvero un piacere».
Libera e il campo antimafia a Gattatico
Giovanni Mattia, referente del coordinamento provinciale di Libera Reggio Emilia, dice che questa è la quarta edizione del campo: «quest’anno parleremo di resistenza al nazifascismo, visiteremo musei e luoghi legati alla storia della Resistenza al nazifascismo e conosceremo insieme alcuni momenti fondamentali per la società italiana del dopoguerra. Scopriremo come la ‘ndrangheta si sia radicata nel territorio reggiano, visitando beni confiscati alla mafia e incontrando familiari di vittime innocenti di mafia. Vedremo zone e quartieri marginali di una regione ricca del nostro Paese, dove esistono povertà ed esclusione, ma scoprendo anche esperienze di riscatto del passato e del presente, in luoghi che hanno sempre dimostrato di saper essere resistenti».
Marzia Dall’Aglio, referente legalità del sindacato dei pensionati dell’Emilia-Romagna, sottolinea come Casa Cervi sia un luogo simbolo per la lotta alla mafia: «i ragazzi andranno anche a visitare uno dei comuni sciolto proprio per mafia. Lo Spi vuole esserci come forza democratica e punto di riferimento per i ragazzi e le ragazze in un momento molto complicato per il nostro Paese».