Quelle pagine social piene d’odio verso gli anziani

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Arturo abbraccia un gatto. Accanto a lui una ragazza che sorride.
È l’immagine del profilo Facebook di un giovane come tanti, la passione per la Roma, la politica, l’economia.
Di Tommaso si sa solo che gli piacciono le discoteche e che tra un meme e un commento sferzante usa i social con abilità e disinvoltura.
Massimo invece in rete condivide molto della propria vita e non nasconde le sue simpatie per i partiti di sinistra.
Ragazzi apparentemente normali, studenti di economia in prestigiose università italiane e già con diverse esperienze lavorative in società di consulenza finanziaria.
Curiosando nelle loro vite digitali – alla mercé di tutti grazie a Mark Zuckerberg e soci – non sembra esserci nulla di particolarmente interessante.
Eppure dietro alla banalità di una foto con un gattino o di un selfie con la fidanzata questi tre ragazzi nascondono un lato oscuro.
Sono odiatori in rete, degli haters come si dice nel gergo social.
Il caso vuole che si siano imbattuti in un post pubblicato sulla pagina Facebook dello Spi-Cgil che riportava il numero dei pensionati che hanno un reddito molto basso, che sono in grandi difficoltà economiche e che il sindacato cerca quindi di rappresentare.
Apriti cielo. Il contenuto è finito in un circuito di giovani ultra liberisti, quelli per intenderci che non sopportano che lo Stato regoli l’economia e che si paghino le pensioni a chi ha smesso di lavorare, magari dopo 40 anni e oltre di fatiche.
Tra questi c’erano anche i nostri Arturo, Tommaso e Massimo che sotto a quel post hanno vomitato, senza filtri e senza remora alcuna, tutto il loro odio.
Arturo, quello della foto profilo col gatto, ha invocato il ritorno del Covid – “dove sei, abbiamo bisogno di te!” – perché ammazza gli anziani risolvendo quindi il problema alla radice.
“Sparatevi in faccia”, ha scritto senza giri di parole Tommaso. “Cacatevi in mano e pigliatevi a pizze”, ha rincarato la dose Massimo.
Parole orribili e indicibili che sono state prontamente rimosse dalla pagina ma che gettano l’ennesima ombra sul funzionamento stesso di queste piattaforme social.
I commenti infatti sono stati anche segnalati a Facebook perché prendesse provvedimenti, senza però alcuna conseguenza.
Lo stesso è avvenuto con alcune pagine dai titoli inequivocabili come “Vecchi di merda” e “Emigrare solo per non dover pagare i contributi ai vecchi di merda”, che mettono insieme migliaia di giovani odiatori dei pensionati.
Facebook ha preso in carico le segnalazioni, le ha analizzate ma le ha comunque ritenute idonee ai suoi standard. Incredibile ma vero.
C’è anche un cattivo maestro in tutta questa storia. Si chiama Michele Boldrin, di mestiere fa l’economista e il professore universitario, è spesso ospite nei salotti tv, in politica prima con la Lega nord e poi con la fallimentare avventura di Fare per fermare il declino di Oscar Giannino.
“Siete un sindacato di ladri”, ha scritto rivolgendosi allo Spi-Cgil. Bloccato e commento rimosso. È tornato alla carica con un secondo profilo scrivendo a caratteri cubitali “PARASSITI”, bloccato e segnalato pure questo.
Sulla sua pagina è ora in bella vista il post “Spi-Cgil, nemici del popolo”, e giù risate, like e cuoricini.
Un odiatore pure lui, a cui Facebook ha perfino attribuito – ironia della sorte – la famosa “spunta blu”, una sorta di patentino di presunta autorevolezza che dovrebbe aiutare gli utenti a districarsi nel mare magnum di insulti, di fake news e di profili falsi che popolano e inquinano la rete.
I social purtroppo sono anche questo. Ma allo stesso tempo sono luoghi da presidiare e su cui organizzare la presenza del sindacato, vista l’ampia diffusione che hanno in larghi strati della popolazione, pensionati compresi.
Lo Spi-Cgil ci sta lavorando da tempo, formando e costruendo squadre di attivisti digitali in tutta Italia.
Toccherà, più prima che poi, occuparsi anche di difendere e di proteggere gli anziani dall’odio.