Quei soldi recuperati grazie al sindacato che aiutano a vivere meglio

0
1586

Buone notizie per i pensionati. Un signore di Sirolo, in provincia di Ancona, ha recuperato più di 14mila euro, che l’Inps non gli aveva mai versato, grazie al controllo della pensione degli attivisti del sindacato pensionati Cgil.

A raccontare la storia a lieto fine è Elisabetta Pasqualini. Elisabetta ha quasi settant’anni, lavora per lo Spi nella lega territoriale di Osimo. Ogni settimana si sposta tra otto comuni, tra i quali Sirolo. Ecco il suo racconto: “Andiamo anche nei piccoli centri dove non ci sono sedi del sindacato. Poco tempo fa è venuto da noi il fratello di un signore di 69 anni, disabile psichico, celibe, senza figli, l’affitto da pagare per la casa popolare”. Le cose per il signore di Sirolo sono cambiate radicalmente negli ultimi mesi.

La legge di bilancio del 2001 stabiliva che la pensione minima era maggiorata in base a requisiti di reddito e a limiti di età, fissati a 60 anni. In base a questi due criteri, il limite massimo di incremento veniva fissato a un milione di vecchie lire che, con le rivalutazioni successive e il passaggio all’euro, è oggi pari a 651,51 euro. Il signore di Sirolo avrebbe dovuto prendere l’aumento a partire dal compimento del sessantesimo anno di età, ma così non è stato per nove anni. Ancora Elisabetta: “Soltanto oggi, dopo aver fatto tutti i controlli del caso, siamo riusciti a far recuperare l’incremento ogni mese e poi ci sono oltre 14mila euro di arretrati per gli anni in cui l’Inps non gli ha versato l’importo. Purtroppo, ha perso quattro anni di arretrati perché più di cinque non è possibile averne”. Nel frattempo, la sentenza della Corte costituzionale del 2020 ha di fatto annullato il criterio dei sessant’anni stabilendo che l’incremento della pensione di invalidità civile si possa avere a partire dal compimento del diciottesimo anno di età.

“Oggi il signore di Sirolo prende circa 600 euro al mese. Prima ne prendeva meno di 300. Cosa molto buona, per non parlare degli arretrati che gli consentiranno di condurre una vita sicuramente più tranquilla”, aggiunge Elisabetta.

Per lei è un grande traguardo: “Sono felicissima di essere stata utile. Ma di sicuro di pensionati come lui ce ne sono tanti altri. Noi ce la mettiamo tutta per cercarli e aiutarli a recuperare somme che gli spetterebbero di diritto”.

“Per noi è un’attività importantissima. Il controllo della pensione può davvero fare la differenza”, dice il segretario generale dello Spi Cgil di Ancona Domenico Sarti. “Siamo su tutto il territorio regionale. E ovunque cerchiamo di aiutare i pensionati. A Senigallia, per esempio, c’è una pratica di 36mila euro, che ci auguriamo venga presto liquidata”. Quindi un’altra somma ingente in arrivo per un altro pensionato a cui l’Inps non aveva versato gli importi corretti.

Ma le storie a lieto fine di questo tipo sono sempre di più. Come quella del pensionato lombardo che abbiamo raccontato qualche settimana fa.
“Si tratta di una persona che ha lavorato per una vita intera. Poi, dopo aver avuto problemi con la famiglia, si è abbandonato a se stesso e quando è stato il momento di ricostruire la propria pensione, non ci ha più pensato”, spiega Carlo Falavigna, segretario della lega Spi Cgil di Ostiglia, in provincia di Mantova. “Capita, quando ci si lascia andare. Faceva l’elemosina davanti ai supermercati e a Quistello lo conoscevano tutti e tutti gli davano una mano”. Compresi i volontari dello Spi Cgil che hanno sempre un orecchio teso a ciò che accade nel territorio. “Un nostro volontario si è preso cura di lui e alla fine siamo riusciti a fargli recuperare 90 mila euro di arretrati. Oggi prende una pensione di 1300 euro al mese. Ha potuto comprare un piccolo appartamento e conduce una vita normale”.
Sembra una storia da romanzo, ma è vita vera. E non è la sola.