Dalla strada alla scoperta della pensione. È una storia di povertà a lieto fine quella di B., un senza fissa dimora che a 75 anni ha scoperto – grazie al sindacato – di avere diritto a una significativa pensione di anzianità e a una cospicua somma per gli arretrati. Che ora potrebbe spendere per lasciare il garage che divideva con un’altra persona, magari traslocando in un appartamentino, dopo anni trascorsi in ricoveri di fortuna.
Accade a Quistello in provincia di Mantova. L’uomo era noto ai concittadini, che lo avevano incrociato tante volte, mentre chiedeva l’elemosina. Qualcuno gli offriva il pranzo di tanto in tanto. Poi l’incontro che gli cambia la vita. Un volontario dello Spi Cgil della locale Lega si interroga sull’identità dell’uomo, e dopo averlo avvicinato scopre che la storia di B. una volta era tutt’altro che ai margini della società.
B. aveva una famiglia, figli, un lavoro ma poi la vita prende un’altra strada. La separazione dalla moglie pochi anni fa, i figli che se ne vanno. Il vecchio mondo crolla e l’uomo si lascia andare.
Ma oggi B. può sorridere. Grazie all’interessamento dello Spi e a una rete sociale che funziona, la sua vita è finalmente a una svolta. I volontari dello Spi accompagnano B. al patronato Inca di Ostiglia, che ricostruisce la sua posizione pensionistica. Per 42 anni, dal 1960 al 2002, l’uomo ha versato contributi all’Inps come lavoratore agricolo occupato nelle latterie della zona. Sulla base della pratica presentata dal patronato della Cgil, a B. vengono liquidati 99 mila euro lordi (77mila netti) di arretrati e dal 1° aprile riceverà una pensione di 1300 euro. “Questo signore – racconta il funzionario dell’Inca, Cristiano Torresani a un giornale locale – non aveva più i documenti, ma grazie all’anagrafe del comune di Quistello e alla sede Inps di Ostiglia abbiamo verificato che aveva un passato di lavoro continuativo e aveva diritto alla pensione già da anni”.
Il segretario dello Spi Cgil Lombardia, Valerio Zanolla è lapidario: “Se qualcuno si chiede ancora a cosa serve il sindacato, ecco la risposta”. Il segretario dello Spi della provincia di Mantova, Carlo Falavigna, riflette sulla fase critica che stiamo attraversando: “Viviamo in un mondo che fa presto a dimenticare gli ultimi e gli emarginati. In Lombardia lo stiamo sperimentando con i vaccini: nonostante gli over 80 e i fragili hanno diritto prima di altri alla vaccinazione, finiscono per essere messi da parte”. Falavigna ricorda la capillarità delle sedi Spi in tutto il territorio, e sottolinea l’impegno di chi ogni giorno apre le porte per stare vicino alle persone: “Lo Spi ha a cuore la solidarietà, si prende cura delle persone più fragili, come in questo caso”.