I pensionati Cgil a Riace per l’integrazione e la legalità

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A Riace prende il via il progetto dello Spi Cgil per un polo aggregativo e punto di osservazione sui flussi migratori. All’idea il sindacato dei pensionati della Cgil ci sta lavorando da anni, avendo condiviso le azioni intraprese dal coraggioso sindaco Mimmo Lucano. E lo sta facendo intrecciando i temi delle migrazioni con quelli della lotta alle mafie. Non è un caso che a Riace per più anni consecutivamente si siano tenuti i campi e i laboratori antimafia che lo Spi organizza insieme ad Arci e Libera.

Poi le cose si sono bruscamente arrestate. L’azione di Mimmo Lucano annientata, le prospettive per un futuro fatto di integrazione e legalità smorzate e svanite. Ma non tutto si è fermato. Lo Spi Cgil ha continuato ad accarezzare l’idea che a Riace dovesse sorgere un luogo importante. Un luogo di incontro, confronto, osservazione, riflessione sulle migrazioni e sulla legalità. “Chi, se non lo Spi, poteva e doveva rafforzare il percorso di vicinanza e militanza su temi che i nostri pensionati conoscono bene? I flussi migratori hanno visto lo svuotamento graduale dei nostri paesi, dei nostri borghi fino a renderli dei paesi fantasma”, dice Salvatore Lacopo, responsabile del Dipartimento legalità dello Spi Cgil Calabria.

Con Mimmo Lucano a Riace è nato un nuovo modello di accoglienza che ha messo al centro l’uomo con il suo diritto ad avere una vita dignitosa, senza guerre, fame e senza futuro. E per questo è giusto che sia a Riace a sorgere questo punto di analisi e di aggregazione. Per questo lo Spi ha deciso di acquistare una sede, in una via che forse non a caso è intitolata a uno dei più grandi eroi dell’antimafia: Peppino Impastato. Coincidenze non banali che danno slancio ideale al futuro che verrà.

“Vogliamo costruire un punto di analisi e osservazione sul fenomeno migratorio che guarda alla Calabria e al mezzogiorno come punto di approdo dei nostri fratelli meno fortunati di noi. Qui da Riace ci auguriamo di accendere una luce sul mediterraneo, essere punto di riferimento di una discussione sui processi migratori che si intensificheranno negli anni a seguito delle condizioni economiche, sociali e climatiche che spingono masse di disperati ad intraprendere il viaggio della speranza”, dice Lacopo.

Aprire un luogo del genere a Riace vuol dire tenere acceso il faro dell’integrazione, contribuire a non far morire un sogno, quello del villaggio globale e multietnico smantellato dai decreti sicurezza. L’auspicio è che qualcosa cambi, anche dal punto di vista normativo, affinché quell’esperimento di Riace possa rinascere lì e altrove.

“E poi vogliamo essere un pungolo per le istituzioni, affinché le tematiche dell’immigrazione non siano trattate come un problema di ordine pubblico e incubatole di paure ma, al contrario, declinate come occasioni e opportunità di sviluppo dei nostri borghi abbandonati”, spiega il responsabile legalità dello Spi calabro.

E non bisogna dimenticare lo sforzo e il contributo immenso che il segretario regionale dello Spi Cgil, Pasquale Aprigliano, scomparso improvvisamente pochi giorni fa, ha dato al progetto. “Pasquale ha voluto questo progetto con forza. Quindi l’apertura della sede sarà anche un modo per onorare la sua memoria e il grande lavoro fatto in questi anni per il sindacato”, conclude Lacopo.

Anche la responsabile del dipartimento legalità dello Spi nazionale, Daniela Cappelli, ricorda Aprigliano, sottolineando il valore strategico dell’apertura della sede dei pensionati Cgil a Riace: “Noi vogliamo ritornare a Riace con i nostri campi della legalità per associare a questo progetto la lotta alle mafie. Vogliamo tornare a coinvolgere i ragazzi, come abbiamo già fatto insieme a Mimmo Lucano. E questo ci consentirà anche di rendere merito a Pasquale che tanto si è speso per sostenere l’apertura della lega Spi”.