Gli inganni dello scaffale

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La disposizione dei prodotti nei supermercati non è affatto casuale, ma dipende da tecniche
pensate e messe in pratica per indurci a comprare di più. Vediamo allora di che cosa si tratta

Probabilmente molti di noi si sono chiesti, almeno una volta, perché nei supermercati la frutta e la verdura sono all’ingresso, le confezioni di acqua minerale sono vicine alla cassa oppure perché non riusciamo a trovare alcuni prodotti.

Tutto questo non dipende ovviamente dal caso, ma da precise strategie che con una locuzione inglese vengono definite shelf marketing (letteralmente commercializzazione da scaffale), la cui finalità principale è quella di aumentare le vendite e quindi i ricavi, oltre a quella di lanciare alcuni messaggi ai clienti per far percepire il punto vendita come più conveniente di altri o particolarmente ricco di assortimento delle merci.

Sta di fatto, comunque, che alla fine i costi di queste strategie di marketing ricadono su noi consumatori. Conoscerle un po’ meglio può quindi consentirci di risparmiare sulla spesa, tanto più in questo periodo in cui l’inflazione ha rialzato la testa e svuota con estrema facilità i nostri portafogli.

L’ingresso. Partiamo allora dall’ingresso del supermercato. E subito ci troviamo di fronte agli scaffali della frutta e della verdura, ovvero prodotti freschi, sempre ben puliti, ordinati e illuminati, che devono comunicarci freschezza e genuinità, e quindi attrarre meglio la nostra attenzione. Essendo a vista e non imballati come il resto della merce, frutta e verdure rappresentano la “vetrina” del supermercato. Proseguendo il giro, arriviamo al bancone della carne che troviamo sempre in fondo alle corsie e che si sviluppa in lunghezza.

Queste sue caratteristiche ci permettono di vederlo meglio, ma aumentano anche le possibilità che alla fine decidiamo di acquistare qualche bistecca,
degli hamburger o un arrosto. Frutta, verdura e carne, peraltro, sono prodotti che garantiscono al venditore margini di guadagno molto elevati, per cui la loro presentazione al cliente viene particolarmente tenuta in considerazione.

Percorso obbligato. Da considerare c’è anche il percorso obbligato che ci
costringe a passare tra le corsie. In questo modo, oltre a vedere prodotti
e offerte diversi, trascorriamo più tempo nel supermercato e, di conseguenza,
finiamo per deporre nel carrello anche prodotti che in realtà non avevamo intenzione di comprare o che addirittura non ci servono.

Carrelli giganti. Non sono però soltanto gli scaffali e la disposizione dei prodotti a indurci alla spesa. Avremo tutti notato, infatti, che le dimensioni dei carrelli stanno diventando sempre più grandi. Questo serve a far sì che il carrello sembri semi-vuoto e a suscitare di conseguenza l’impressione di non aver comprato abbastanza e a spingerci così a prolungare il nostro giro di acquisti.

Questione di altezza. Altro aspetto da tenere in conto è l’altezza alla quale
vengono esposti alcuni prodotti negli scaffali. Nella parte più alta e in quella più bassa (meno facili da raggiungere) ci sono in genere i prodotti più convenienti. In quella centrale invece troviamo i marchi più famosi e cari. Più è facile raggiungerli più facile sarà l’acquisto. Anche i prodotti per i bambini si trovano alla loro altezza, in modo che possano riconoscerli.

Infine, alcuni alimenti indispensabili come lo zucchero e il sale vengono posizionati in modo da non essere facilmente individuati. E questo perché il doverli cercare comporta che dovremo girare ancora tra le corsie ed entrare di nuovo in contatto con prodotti e offerte che stimolano l’acquisto.

Le casse. Ed eccoci arrivati alla fine del nostro percorso: le casse. Qui
troviamo i prodotti di grandi dimensioni, come ad esempio le confezioni di acqua minerale, che se fossero collocati all’ingresso, proprio a causa delle loro dimensioni riempirebbero subito il carrello, lasciando così poco spazio per gli altri prodotti.

Infine, prima di mettere mano al portafoglio, ancora alcune “trappole”: sono i contenitori e gli scaffali con snack, caramelle e dolciumi che durante il tempo che trascorriamo in attesa del nostro turno per pagare tentano la nostra golosità, e in particolare quella dei bambini.

L’articolo è tratto dal numero di marzo 2023 di LiberEtà. Per abbonarsi alla rivista clicca qui