Ai bimbi una fiaba, ai nonni un disegno #4

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I disegni che trovate in questa favola arrivano da Castelfiorentino (Fi). Sono di Daria, 10 anni e Guido, 6 anni, che li hanno fatti per il nonno Sergio Martini.

Ci sono nonni che in questi giorni di quarantena non possono vedere i propri nipoti. Possono sentirli al telefono, incontrarli in video chat, scrivere loro un messaggio. Ma non è la stessa cosa. Un abbraccio, un pomeriggio da passare insieme, sono desideri che in questa situazione fanno sentire ancora di più la distanza, il distacco da un affetto così vero.

Ma c’è un segreto che aiuta a superare tutto questo. Sono le favole, quelle che aspettano solo di essere scritte e raccontate. Quelle favole che, come Gianni Rodari ci ha insegnato, descrivono sentimenti ancora veri e nella loro semplicità ci fanno riconoscere.

Provate a scriverne una e se già ce l’avete, tiratela fuori. Bambine, bambini e tanti nostri nipoti sogneranno viaggi e avventure, impareranno dalle storie e vivranno tante vite. Con la fantasia, i muri di casa spariranno. Inviate le vostre favole e i disegni dei bimbi a: redazione@libereta.it

 


Il drago dalle sette teste

(Piccolo spettacolo per marionette, tratto da una favola di Gianni Rodari, che potete realizzare con i bambini o guardare qui)

Di Salvatore Giglio

I disegni che trovate in questa favola arrivano da Castelfiorentino (Fi). Sono di Daria, dieci anni, e Guido, sei anni, e li hanno fatti per il nonno, Sergio Martini.

INTRODUZIONE
Narratore – C’era una volta, in un paese lontano, ai piedi di una montagna, un piccolo villaggio. Gli abitanti di questo paesino vivevano felici e sereni fin quando un giorno accadde qualcosa di terribile. Da allora gli abitanti vivevano nel terrore e nell’infelicità. Un giorno arrivarono in paese sette fratelli. Erano in viaggio per andare a trovare la loro nonna. Giunti lì, trovarono un paesino mezzo deserto, porte e finestre erano chiuse. Bussarono, ma nessuno apriva le porte.

SCENA I

(Entrano i sette fratelli)
Ermanno – Finalmente siamo arrivati nel nostro paese, siamo stanchi, sfiniti da lungo tempo.
Carlo – Certo fratello, hai ragione. Ho addosso una tale stanchezza che dormirei per una settimana intera, magari però dopo aver fatto un lauto pasto.
Guido – Vi capisco, anche io la penso come voi: fame e stanchezza pesano, eccome, anche su me. Ma, ma, ma però non trovate che ci sia qualcosa di strano nel nostro paese, tutte le case chiuse, le strade deserte, non si vede nessuno.
Ermanno – Hai ragione fratello, anche io ho notato. Venite, bussiamo a qualche porta. Toc toc toc, che strano, cosa succede qui? Come mai nessuno apre le porte? Eppure sono in casa, ho visto una tenda che si muoveva e laggiù ho visto una luce accesa.
Carlo (urla) – Aprite! Aprite! Vogliamo solo un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare, siamo stanchi e affamati e non vogliamo farvi del male.
Una vecchietta (si affaccia alla finestra) – Ragazzi, andate via, date retta a me, scappate, scappate da questo villaggio, andatevene.
Ermanno – Ma, perché cosa è successo, per favore nonnina, ce lo dica!
Nonnina – Cari ragazzi, anni fa è accaduta una cosa terribile, si è svegliato il drago della grotta che sta nella montagna. È un drago terribile e cattivissimo di nome Gennaro. Ha sette teste ed è impossibile da sconfiggere. Tanti uomini del villaggio hanno provato a ucciderlo, ma appena gli tagliano una testa, quella ricresce. Siamo disperati! Molti sono fuggiti da qui perché il drago pretende un bambino al mese.
Carlo – Come? mangia i bambini? Ma è una cosa terribile!
Nonnina – Sì, e quel che è peggio è che se non glieli portiamo distruggerà tutto il villaggio. Fuggite, fuggite finché potete! Andatevene!
I fratelli (tutti assieme) – No, no! Non ce ne andremo, anzi vogliamo rimanere per aiutarvi. Andiamo fratelli, andiamo verso la grotta alla ricerca del mostro Gennaro. Sì, sì, andiamo, andiamo!

SCENA II

Ermanno – Eccoci arrivati. Vado io per primo a sfidare il drago e sono sicuro di farcela, vedrete che tornerò vincitore (Ermanno e il drago lottano).
Narratore – Ermanno lottò come un leone contro le sette teste del drago, ma tornò dai fratelli stanco e spaventato.
Guido e Carlo – Chissà se Ermanno è riuscito a sconfiggere il drago Gennaro… Oh ecco, ecco che arriva, mi sembra distrutto, cammina a fatica.
Ermanno – Oh, fratelli, ho provato ma non sono riuscito a sconfiggere il drago Gennaro, è una creatura terribile, enorme e feroce.
Carlo – Non preoccuparti fratello, vado io che sono più grosso e robusto di te, vedrai che con i miei muscoli tornerò vincitore.
Narratore – Ma anche Carlo tornò dopo qualche ora ferito, spaventato ed esausto. “Allora provo io. – disse Guido – Sono il più piccolo, sono sveglio e agile, vedrete che tornerò vincitore!” Ma nemmeno Guido poté nulla contro Gennaro, il drago dalle sette teste. A uno a uno, i fratelli provarono a uccidere la terribile creatura, ma tutti e sette tornarono sconfitti. Ogni volta che tagliavano una testa, zac! Quella ricresceva all’istante.

SCENA III

(Nonnina, Ermanno e i fratelli)
Ermanno – Nonnina, non siamo riusciti nell’impresa. Ogni volta che tagliavamo una testa al drago, come per incanto questa ricresceva all’istante. È davvero una terribile creatura.
Nonnina – Ragazzi miei! Voi siete sette, come le teste del drago: invece di andare a combattere uno alla volta, andate tutti insieme. Ognuno taglia una testa, fatelo tutti insieme e vedrete che riuscirete a sconfiggerlo. Ricordate che l’unione fa la forza! Mi raccomando, state attenti, siete la nostra unica speranza.
Ermanno – Andiamo fratelli, animo, sguainiamo le spade e marciamo verso la grotta. Affronteremo tutti assieme Gennaro. Speriamo che la fortuna possa essere dalla nostra parte per liberare questo paese dalla presenza di questo mostro. Sì, sì, andiamo fratelli, andiamo! Certo, su, facciamo presto, andiamo.

SCENA IV

Narratore – I sette fratelli si presero sotto braccio e marciarono verso la grotta. Sguainarono assieme le spade e zac, zac, zac, zac, zac, zac e zac! Le sette teste caddero tutte insieme e non appena toccarono terra, il drago Gennaro si dissolse in una nuvola di polvere. I sette fratelli ce l’avevano fatta! Gli abitanti del villaggio li festeggiarono con canti, balli e dolci. E secondo noi stanno festeggiando ancora adesso!
E anche noi ci uniamo ai festeggiamenti, nella speranza che questo racconto sia stato di vostro gradimento.


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