Cure a casa per gli anziani con l’assistenza digitale

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Comincia una nuova era nei servizi di assistenza agli anziani affetti da malattie croniche. Una rivoluzione che, grazie anche all’uso delle nuove tecnologie, se sviluppata in tutto il territorio nazionale potrà garantire, direttamente a casa, servizi di protezione e cura a milioni di persone attraverso la teleassistenza.

Ad aprire per primi le porte a questo futuro, con criteri di spesa utili anche in vista dell’utilizzo dei fondi del Recovery fund e l’eventuale Mes che l’Italia riceverà dall’Europa, è la Toscana. La Regione ha infatti appena finanziato con trenta milioni di euro in tre anni – 2020-2022 – il progetto “A casa, in buona compagnia” proposto dallo Spi Cgil e dai sindacati dei pensionati Cisl e Uil e approvato in via sperimentale nel dicembre 2019.

Attraverso l’implementazione dell’uso delle nuove tecnologie da parte del sistema sanitario regionale, tutti i cinquantamila ultra 75enni affetti da cardiopatie verranno, nelle aree interne come nei grandi centri, seguiti in teleassistenza da specialisti, medici e infermieri senza la necessità di doversi spostare dalla propria abitazione.

L’annuncio dell’avvenuto finanziamento è arrivato ai sindacati direttamente dal presidente della Regione Enrico Rossi. «Un bel passo avanti – commenta Alessio Gramolati, segretario generale dei pensionati Cgil Toscana – perché segna l’inizio di un percorso di sviluppo fondamentale sul versante delle cure diffuse sul territorio. Sottolineo – aggiunge – che il Covid non è servito a capire ciò che già sapevamo sui servizi sanitari e di assistenza colpiti dai tagli e sulla necessità di ripensare l’intero sistema anche alla luce dei vantaggi offerti dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Ci ha mostrato invece quanto tempo è stato sprecato con la scelta di accantonare il problema. Ora abbiamo l’opportunità di recuperare il tempo perduto. Entro dicembre andranno spesi, bene, i primi dieci milioni di euro».

Come funzionerà

Grazie alla tecnologia, il medico o l’equipe infermieristica saranno sempre a fianco dei pazienti, i quali saranno dotati di un kit di semplici dispositivi medici utilizzabili autonomamente.

Grazie a una applicazione inserita in un tablet fornito, il paziente, debitamente istruito per l’utilizzo, potrà registrare in autonomia i propri parametri vitali e aggiornare allo stesso tempo il proprio fascicolo sanitario.

L’equipe infermieristica, attraverso una propria applicazione dedicata alle cure a domicilio, potrà registrare in tempo reale tutti gli accessi e le attività svolte presso l’abitazione del paziente.

Infine, i medici incaricati del sistema sanitario e ospedaliero della regione Toscana potranno consultare da remoto sia i referti sia i piani terapeutici, e potranno monitorare da remoto lo stato di salute del paziente.

In Toscana, ogni mille abitanti con età superiore ai 16 anni (dati Ars, Azienda regionale sanitaria), ce ne sono 445 circa affetti da una patologia cronica – si va dall’ipertensione, al diabete alla cardiopatia ischemica). Il 76 per cento dell’intera spesa sanitaria è destinato proprio alla cura delle le cronicità. “A casa, in buona compagnia”, che assisterà gli ultra 75 enni affetti da cardiopatie, è un progetto potenzialmente in grado di far risparmiare molti soldi al servizio sanitario. Se migliorerà il livello di efficentamento e appropriatezza del servizio ­ diminuendo ad esempio il numero di ricoveri, la spesa per i farmaci e per le visite specialistiche ­ del solo dieci per cento, permetterà, secondo studi del Management e Sanità della Scuola S. Anna di Pisa, risparmi pari all’investimento fatto. Se la percentuale salirà al 30 per cento, il risparmio raggiungerebbe gli ottanta milioni di euro.

Mentre a livello nazionale si litiga per decidere in quali settori investire i soldi del Recovery fund che l’Europa ci ha dato, in Toscana, da questo punto di vista sembrano avere tutti le idee più chiare.