Bologna la città che rallenta. Il capoluogo emiliano aderisce a “Città 30”

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Il capoluogo emiliano è la prima grande città italiana che aderisce al piano “Città 30” diminuendo i limiti di velocità. Anche se per ora non sembra siano molto rispettati.

Le nostre città sono sempre più frenetiche e prigioniere del traffico automobilistico, asfissiate dall’inquinamento atmosferico e soprattutto sempre meno sicure per pedoni e ciclisti. Sottrarre spazio urbano alle automobili per restituirlo alla collettività e renderlo più vivibile e sostenibile sta diventando però un’urgenza. E il progetto che in altre città europee, tra cui ad esempio Parigi, Berlino, Bruxelles, Helsinky, è già consolidato, anche da noi sta iniziando a muovere i primi passi. Stiamo parlando di “Città 30” e a fare da apripista ci ha pensato Bologna, la cui giunta comunale, a partire dal 1° luglio scorso, ha abbassato a 30 chilometri orari il limite di velocità nella maggior parte delle strade, lasciandolo a 50 chilometri orari soltanto in alcune rare zone. In pratica, i nuovi limiti riguarderanno circa il 70 per cento delle strade dell’intero centro abitato, percentuale che sale al 90 per cento se si considera il solo perimetro della parte più densamente abitata della città. Un nuovo modello urbano. La città delle due torri ha deciso così di ripensare il proprio modello urbano, con un intervento che probabilmente susciterà i malumori di molti, ma avrà i suoi effetti positivi sulla qualità della vita di tutti in quanto garantirà:

  • maggiore sicurezza stradale e riduzione del numero di incidenti, morti e feriti gravi a partire dai più fragili;
  • aumento degli spostamenti a piedi e in bicicletta;
  • riduzione delle emissioni di gas inquinanti e del rumore;
  •  maggiore vivibilità e fruibilità da parte dei cittadini degli spazi pubblici;
  • maggiore autonomia per bambini, anziani, persone con disabilità;
  • crescita della coesione sociale e del commercio di vicinato nei quartieri.

Bologna fa così da battistrada, è proprio il caso di dire, per una nuova concezione della città: meno “scatole di lamiera” e più spazio per le persone. Speriamo che altre e numerose giunte comunali possano trovare ispirazione e replicare l’esperienza.

Nel 2021 le vittime di incidenti stradali sono state 2.875 e oltre 200.000 i feriti. Più della metà delle morti avvenute in città è dovuta a tre sole cause: eccesso di velocità, guida distratta e mancata precedenza ai pedoni sulle strisce.

L’articolo è tratto dal numero di settembre 2023 di LiberEtà, per abbonarti clicca qui