Il benessere va ricercato

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“Mens sana in corpore sano” dicevano i nostri avi. Avevano ragione. Anche la moderna scienza medica è arrivata a questa conclusione a proposito di integrazione tra cura e assistenza delle persone anziane.

Il concetto di salute, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, si è andato estendendo e non corrisponde più alla semplice assenza di malattia, ma considera anche lo stato di benessere sociale, funzionale e psicologico. Questi vari aspetti devono essere considerati e valutati non solo analiticamente, cioè settore per settore, ma nel loro complesso, per i rapporti interdipendenti che spesso intercorrono tra di loro. Da qui nasce il concetto di integrazione che svolge un ruolo fondamentale soprattutto nella cura degli anziani. È noto che lo stato psicologico e affettivo di una persona ha importanti ripercussioni sulla sua salute. Pertanto la valutazione medica non deve mettere in luce solo la presenza di fatti morbosi, ma ha l’obiettivo di arrivare a un giudizio globale che consideri, ad esempio, anche il contesto socio-familiare della persona.

L’autostima. Da tempo è stato visto che la considerazione positiva della propria persona, ad esempio nell’ambito lavorativo e/o familiare, contribuisce a determinare il benessere della persona e in definitiva il suo stato di salute.

Depressione. Analogamente potremo fare la stessa riflessione sulla depressione. Era già stato osservato che le persone depresse presentavano una salute complessivamente peggiore rispetto ai soggetti con umore normale e in particolare con considerazione positiva del proprio stato di salute. Si riteneva che la spiegazione dovesse risiedere nel fatto scontato che chi soggettivamente si sente bene, ha realmente un buono stato di salute. Contributi successivi però hanno evidenziato che a parità di condizioni obiettive riscontrate, una percezione favorevole della propria salute è in grado di per sé di far mantenere un migliore stato complessivo di benessere.

Mens sana in corpore sano. L’aforisma è di antica data ed è stato valorizzato e ampliato nel suo significato da numerose successive osservazioni. Si possono citare in proposito i migliori risultati ottenuti nelle unità coronariche nei pazienti maggiormente seguiti dai familiari durante la degenza, così come la maggiore sopravvivenza (soprattutto negli uomini) osservata nei soggetti coniugati rispetto a quelli separati o divorziati. Si tratta di fenomeni molto diversi tra loro. Ma nel complesso sono una prova dei legami tra lo stato organico con la vita cognitivo-affettiva della persona.

La prevenzione. Un ultimo messaggio che può scaturire da queste brevi osservazioni riguarda la necessità di un buon approccio per mantenere la salute e l’efficienza della persona: le indagini strumentali, le analisi settoriali sofisticate hanno certamente contribuito al meraviglioso progresso della medicina, ma questo deve verificarsi in maniera equilibrata e soprattutto non abbandonando mai la ricerca del benessere complessivo, della serenità, di uno stato soddisfacente dell’umore.