Anziani, non lasciamoli in casa per troppo tempo

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Quanti anziani sono rimasti isolati durante questa emergenza coronavirus? Quanti di loro non escono da settimane? E quanti dovranno fare i conti con le conseguenze, fisiche e psicologiche, della permanenza in casa, resa necessaria dall’emergenza sanitaria? Tanti. E a loro hanno pensato i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rispettive associazioni di volontariato Auser, Anteas, Ada, nel manifestare perplessità rispetto alla possibilità di lasciare a casa più a lungo gli anziani rispetto a tutti gli altri, quando le misure restrittive saranno allentate.

“E’ una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia”, si legge nel comunicato congiunto diramato da Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil insieme alle loro associazioni di volontariato.

Se è vero che è necessario tutelare la salute dei più anziani, è pur vero che è necessario garantire una ripresa, anche da parte loro, delle proprie libertà, “per uscire da una condizione di isolamento e di solitudine e di continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo nella vita sociale ed economica del Paese”.

I sindacati, inoltre, sottolineano come la misura sarebbe di difficilissima applicazione e non basterebbe comunque ad impedire un contagio che spesso avviene all’interno delle stesse famiglie. Si dovrebbe invece pensare a un piano articolato per rilanciare la sanità pubblica con controlli a tappeto e investire proprio sulla cosiddetta medicina del territorio, su cui i sindacati dei pensionati chiedono che venga posta maggiore attenzione anche con investimenti mirati.