21 Marzo, l’Italia ricorda le vittime della mafia

0
270

Sarà Roma ad ospitare il 21 marzo la manifestazione che celebra la 29esima “Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia”. Promossa da Libera, all’iniziativa, riconosciuta ufficialmente dallo Stato attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017, aderisce da tempo una rete crescente di associazioni, scuole, sindacato unito, realtà sociali, enti locali e decine di migliaia di cittadini.

Come ogni anno da quasi trent’anni, il primo giorno di primavera sarà così l’occasione per rinnovare l’impegno contro l’indifferenza e l’illegalità, ma soprattutto sarà un giorno dedicato a chi si ribella a mafie e corruzione che distruggono beni comuni, impoveriscono territori e sottraggono la speranza di un presente più giusto.

Lo slogan scelto quest’anno, “Roma città libera”, evoca, non a caso, il capolavoro neorealista Roma città aperta, film di Roberto Rossellini che parla di resistenza e di lotta per la libertà. Quest’anno la capitale celebra ottant’anni dalla liberazione dell’occupazione nazifascista, ma ora ha bisogno che si accendano i riflettori sulla presenza della criminalità organizzata in città e nel Lazio e per combattere la pericolosa e sempre più dilagante normalizzazione dei fenomeni mafiosi e corruttivi.

Domani la giornata avrà inizio con il ritrovo alle ore 8.20 in zona Esquilino con arrivo del corteo al Circo Massimo alle ore 9.30, dove verranno letti i nomi delle vittime innocenti con l’intervento conclusivo di Don Luigi Ciotti.

Al fianco dei familiari delle vittime innocenti, per sostenere le loro istanze di giustizia e verità, per rinnovare la memoria collettiva e manifestare insieme a loro l’impegno di tanti per il bene comune ci sarà anche lo Spi Cgil. Quest’anno la categoria dei pensionati della Cgil, insieme a Libera e con il coinvolgimento della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli universitari ha promosso nelle scorse settimane la campagna social e non solo dal titolo  “Verso il 21 Marzo” con la pubblicazione su Facebook di disegni su manifesti raffiguranti i volti di tre vittime innocenti di mafia, sindacaliste, sindacalisti, giovani e giovanissimi – Giuditta Levato, Placido Rizzotto, Antonio Landieri – raccontandone anche le storie. Antonio Landieri perché viveva la sua vita di ragazzo, ucciso a 25 anni a Scampia mentre conduceva la sua vita di studente. Placido e Giuditta perché lottavano per liberare le terre dalla Mafia, in Sicilia e Calabria.

Oltre a questo, su Instagram sono stati pubblicati i video con le storie di altri tre giovani. Dario Capolicchio che con la mafia non avevano nulla a che fare ma che la mafia ha ucciso ugualmente in modo efferato quando fece esplodere una bomba in via dei Georgofili, a Firenze, nel 1993; Jerry Masslo, ucciso barbaramente il 25 agosto 1989 da una banda di criminali che voleva rubare i salari ai braccianti che, come lui, stavano dormendo nelle baracche,  e Lea Garofalo, testimone di giustizia, uccisa il 24 novembre del 2009 a Milano perché si era ribellata alla ‘ndrangheta per salvare sua figlia Denise.

Guarda la storia di Dario Capolicchio

Guarda la storia di Jerry Masslo

Guarda la storia di Lea Garofalo

«Abbiamo voluto ricordare la vita di giovani donne e uomini – afferma Claudia Carlino, segretaria nazionale e responsabile della legalità per lo Spi Cgil – che per tantissime persone rappresentano un esempio di impegno civile. La loro morte suscitò forti reazioni nella pubblica opinione. La più grande manifestazione in Italia contro il razzismo si tenne all’indomani della morte di Jerry Masslo. C’è sempre un’alternativa allo strapotere della mafia e la giornata di domani appartiene a tutti quelli che dicono no alla mafia e per questo non vogliono dimenticare i simboli della lotta alla criminalità organizzata».

Su questo fronte, osserva Claudia Carlino, il Governo non è affatto esente da critiche. «Finora l’esecutivo non ha creato nulla che contrasti realmente il potere delle mafie. Dai provvedimenti sul gioco d’azzardo alla depenalizzazione dei reati di abuso d’ufficio fino alla riforma del codice degli appalti, alla cancellazione di 300 milioni di euro destinati ai beni confiscati ai mafiosi e a certe nomine, è evidente che tutto sta facendo, tranne aiutare a sviluppare un percorso di lotta».

Scarica il programma del 21 marzo 2024

Tutte le info utili nel sito di Libera 

Guarda il percorso del corteo