10 marzo 1948, la mafia uccide Placido Rizzotto

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“Sono morto a trentaquattro anni. Ne avrei avuti quarantasette quando mandarono assolti tutti i miei assassini. Dopo molti altri anni, ne avrei avuti novantotto, mi assegnarono una medaglia d’oro perché «consacrò la sua esistenza alla lotta contro la mafia e lo sfruttamento dei contadini, perdendo tragicamente la giovane vita in un vile agguato a opera degli esponenti mafiosi corleonesi».

Non sapevo che la morte mi avrebbe raggiunto così presto. Se lo avessi saputo non avrei fatto niente di diverso da quello che ho fatto. Perché non è la propria morte che bisogna temere ma una vita in cui i violenti, gli sfruttatori e i mafiosi vincono. Se fossi morto anziano, senza aver fatto quello che ho fatto, non avrei vissuto di più.

Ho lottato per la terra, quella che ci nasci e ci muori, perché in quella terra ci potessi vivere. Libero”.

Il calendario 2024 Spi e LiberEtà con il ricordo di Placido Rizzotto

Per il 2024 lo Spi Cgil e LiberEtà hanno prodotto un calendario per ricordare le ricorrenze più importanti della storia del nostro paese. “Ci sono giorni che fanno la storia” è il titolo del progetto e nel mese di marzo – il 10 – ricordiamo l’uccisione di Placido Rizzotto  attraverso un’immagine creata appositamente.

Il calendario nella versione digitale – e tutte le grafiche create per ogni mese – si trova nel sito dello Spi Cgil.

La storia di Placido Rizzotto

“Placido era sempre stato un giovane curioso e sveglio, da subito si era preso cura della sua famiglia, di suo fratello e delle sue sorelle. Si era arruolato tra le file della resistenza partigiana e tornato in Sicilia si era subito messo alla testa del movimento contadino, per chiedere ciò che spettava di diritto ai tanti braccianti siciliani…” Leggi tutta la storia di Placido Rizzotto dal sito di Libera, cliccando qui