Inizia con questa puntata il nostro viaggio nei campi della legalità, promossi da un cartello di associazioni e realtà sociali tra cui Libera, Arci , Spi Cgil, Cgil, Flai, Rete degli studenti e Udu.
Una settimana di attività volontaria nei beni che lo Stato ha confiscato ai boss mafiosi. L’iniziativa si svilupperà per tutta l’estate in sedici regioni e segnerà l’impegno di migliaia di giovani e centinaia di anziani che, gratuitamente, aiuteranno cooperative e associazioni ai quali è stata affidata la gestione di ville, terreni, e fattorie confiscati. Sette giorni di lavoro ma anche di formazione sui temi dell’antimafia. Il 10 luglio i volontari sono arrivati a Isola del Piano (PU), nelle Marche, prima tappa del campo della legalità che si terrà a Cupramontana e che terminerà il 16 luglio.
L’accoglienza del sindaco e delle associazioni locali
Accolti dai saluti del sindaco di Isola del Piano, Giuseppe Paolini, delle ragazze e dei ragazzi della Fattoria della legalità, dell’associazione Libera e dello Spi Cgil di Pesaro e Urbino, i volontari hanno visitato e conosciuto la storia del bene.
«Alla fine degli anni Settanta – ha ricordato il sindaco Paolini – arriva qui un ricco signore del Nord. Tutti pensavano fosse un imprenditore in cerca del buon ritiro in questa zona. Con lui (si tratta di Ruggero Cantoni) c’è anche la famiglia, moglie e bambini. Compra una casa e alcune decine di ettari di terreno. Poi dà il via ai lavori, abusivi scoprimmo in seguito, per ingrandire la villa, costruisce recinti e riempie il giardino di cani rottweiler. All’inizio sembrava una persona affabile, andava nei bar, parlava con le persone. In realtà, tra Erba, Lecco e Como aveva messo in piedi una banda dedita allo spaccio, all’usura, allo sfruttamento della prostituzione. Fino a quando, siamo negli anni Duemila, una notte assistiamo a una azione in grande stile delle forze dell’ordine. Con l’uso di elicotteri e forze a terra circondano la proprietà e arrestano circa dieci persone. Finalmente viene fuori chi era: un personaggio senza scrupoli con agganci forti con alcune famiglie della mafia calabrese».
Il primo bene confiscato nelle Marche
«Il bene, primo nelle Marche, viene confiscato – continua Paolini – e nel 2005 assegnato al Comune di Isola. Almeno la porzione di beni all’interno di questo Comune. Il resto, una ventina di ettari di terreno più un ristorante, sono situati nel territorio di un comune confinante, Montepecino, ma qui il sindaco non fa richiesta di assegnazione.
I beni finiscono all’asta, li acquista una signora di Bologna e adesso giacciono in condizioni di totale abbandono».
A Isola del Piano, invece, quel bene viene trasformato in Fattoria della legalità. Da allora c’è voluto un gran lavoro da parte di tutti per rendere fruibile casa e terreni. Tommy, un giovane, per la terza volta è tornato qui da volontario. «Il primo anno – ricorda – la Fattoria era inaccessibile. Dormivamo sul prato, nelle tende. La mattina si lavorava e si faceva formazione; verso sera ascoltavamo i racconti dei magistrati per conoscere meglio le realtà mafiose».
Come accaduto in passato, i giovani non hanno perso tempo neanche il 10 luglio e, pennelli alla mano hanno dato nuovo colore ai murales più vecchi, alle porte e alle panchine. Hanno anche visitato lo storico Mulino cooperativa Girolomoni, che, ha raccontato Maria Girolomoni, nipote del fondatore, ha dato vita al marchio di prodotti biologici Alce Nero e soprattutto a un esempio illustre di economia solidale, rispetto dei diritti dei lavoratori, economia e impresa etica che coinvolge nelle Marche quasi quattrocento tra soci e affiliati.
Presentato il nostro libro Terre e libertà
Nel pomeriggio Claudia Carlino, segretaria nazionale Spi Cgil e responsabile del Dipartimento legalità,, insieme a Giuseppe Puntarello, associazione Libera Pesaro e Gianluca Ferri, referente dell’associazione studentesca universitaria, hanno presentato Terre e Libertà, Storie di sindacalisti uccisi dalle mafie, libro edito da LiberEtà Srl. Per i ragazzi e le ragazze volontari è stata l’occasione per poter riflettere sulla spietatezza che le mafie usano dinanzi alla rivendicazione dei diritti da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, In passato come nel presente, basterebbe solo ricordare le condizioni di estremo sfruttamento e di schiavitù in cui versano tantissime immigrate e immigrati sfruttati non solo in agricoltura.
Il primo giorno del campo della legalità a Isola del Piano è proseguito con la toccante testimonianza di Gabriella Carfora, zia di Attilio Romanò, vittima innocente di Camorra, e ha avuto il suo epilogo all’interno dell’Uliveto della Memoria, con l’intitolazione, presente la figlia Teresa, di un ulivo a Gennaro Bartolotta e alle vittime della strage di Punta Raisi avvenuta nel 1978, a Palermo.