Una mostra per ricordarci che anche il personale è politico

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Una delle tre esposizioni presenti al congresso nazionale dei pensionati della Cgil, è una mostra collettiva, curata da Tiziano Tancredi, che ci costringe a ribaltare un mantra degli ultimi trent’anni, secondo cui “il privato è privato”. E invece – come ricorda il titolo della mostra – anche “Il personale è politico”

Uno degli eventi da non perdere, all’interno del congresso dei pensionati Cgil di Verona, è stata la mostra collettiva Il personale è politico, il politico è personale allestita dal curatore di arte contemporanea Tiziano Tancredi.

La mostra nasce dall’incontro tra arte pubblica – che potremmo chiamare anche arte urbana ma non street art, un espressione che in genere gli artisti di questo filone non gradiscono – e gli Artist-run space romani – gli atelier di artisti condivisi diventati con il tempo veri e propri laboratori concettuali di arte contemporanea.

Le opere – in gran parte nel patrimonio dello Spi Cgil – sono il frutto del lavoro di artisti che creano opere diverse negli esiti formali e stilistici che vanno da un figurativo puro (il Collettivo Fx), ad un figurativo tendente all’astratto (Verdiana Bove), dallo stilizzato al simbolico (Guerrilla Spam, un altro collettivo), fino ad arrivare a un’estetica derivata dai videogiochi (Federico Di Pietrantonio).

Nel caso di Verdiana Bove, ma anche di Federica Pietrantonio “l’orizzonte semantico di cui si nutrono le loro opere – spiega il curatore – attiene ad archivi personali, intimi, privati frutto di ricordi reali o esperienze virtuali”. Diverso l’immaginario che ci propongono Collettivo Fx e Guerrilla Spam: “Nelle loro opere prevale – osserva Tancredi – una connotazione più marcatamente politica che si alimenta di spunti emersi in laboratori, dibattiti, confronti, nello spazio pubblico e non, con gli abitanti di un territorio”.

La mostra collettiva ci costringe a ribaltare un mantra degli ultimi trent’anni, dove il privato rimane privato. E invece anche il personale è politico, come intende esplicitamente il titolo. “Sono due sfere, quella privata e quella pubblica, che fanno parte della nostra vita. Pensiamo siano divise ma in realtà esiste uno sconfinamento continuo tra le due sfere, l’una non può fare a meno dell’altra come ci insegnano del resto gli slogan delle femministe degli anni Settanta o Giorgio Gaber, secondo cui “non si può cambiare il mondo, senza cambiare prima sé stessi”.

Una delle opere che colpisce di più l’immaginario dello spettatore, tanto da essere associato al Guernica di Picasso – per i riferimenti storici e letterari – è il trittico dei Guerrilla Spam: riprendendo la poesia di Pasolini Alla mia nazione, con la tecnica a grisaglia in bianco e nero dei fiamminghi del Trecento e del Quattrocento, il collettivo ha creato nel 2016 il Trittico alla mia nazione.