Le truffe non vanno in quarantena

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Si presentano a casa qualificandosi come carabinieri, tecnici dell’energia elettrica o simulando la consegna di un pacco. Mostrano un falso tesserino e così danno il via al tentativo di truffa. A essere presi di mira sono soprattutto gli ultrasessantacinquenni e, tra gli ultraottantenni, le donne superano di gran lunga gli uomini.
«Il truffatore trae in inganno la vittima – si legge nell’ultimo rapporto del ministero dell’Interno sulle truffe agli anziani – approfittando della sua buona fede e facendo affidamento sulle ridotte capacità critiche e sul desiderio di relazioni sociali».

I dati Istat
Il fenomeno non conosce pause. In tutto il mondo, i reati predatori sono in continua crescita. Neanche la sospensione dell’attiva produttiva e il blocco della circolazione durante la pandemia da Covid-19 hanno fatto desistere i truffatori da queste attività criminali. Leggendo i dati Istat scopriamo che nei primi sette mesi del 2020, in Italia, è calato del 27 per cento il numero di tutti i reati, anche degli omicidi – ad eccezione dei femminicidi –, ma le frodi e gli imbrogli mostrano una molto meno evidente riduzione (13 per cento) rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

La punta dell’iceberg
«Sono reati gravi che non si riesce a portare facilmente a processo – sostiene Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil –. L’impianto accusatorio è difficoltoso e soprattutto c’è il problema dell’omissione della denuncia». Infatti, gli anziani truffati spesso subiscono un duplice danno: quello economico e quello, forse più grave, di natura psicologica, causato dal sentimento di vergogna per essere caduti nella trappola. La vittima, per questa ragione, non si confida con familiari e amici e tantomeno denuncia il fatto alle forze dell’ordine. Le cifre intercettate dall’Istat sono soltanto la punta di un iceberg. Secondo il rapporto del ministero dell’Interno persiste un cosiddetto “numero oscuro” di reati non denunciati che non consentono di valutare il fenomeno nella sua effettiva dimensione e portata.

Il Fondo per la prevenzione e il contrasto alle truffe
Ma qualcosa si muove. In queste ultime settimane in molti comuni, i sindaci hanno sottoscritto con le prefetture protocolli finalizzati a iniziative di prevenzione delle truffe perpetrate nei confronti di persone anziane. Le risorse stanziate per questi progetti sono ingenti (due milioni di euro) e sono destinate ai cinquanta capoluoghi di provincia con la popolazione anziana più numerosa.

«L’attività di prevenzione va sviluppata a tutti i livelli – ribadisce Mina Ciloni, segretaria nazionale dello Spi Cgil –, anche realizzando condizioni e stimolando comportamenti sociali fiduciari tra le persone. L’obiettivo del nostro sindacato è ricostruire una “citta delle relazioni”, dove le persone anziane si sentano meno sole e siano meno facilmente aggredibili. La realtà è che molti ultrasettantenni in caso di abuso non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Le risorse stanziate per la prevenzione delle truffe – prosegue la sindacalista dello Spi Cgil – sono un passo in avanti, ora però dobbiamo esercitare il nostro ruolo contrattuale: chiedere alle amministrazioni comunali di discutere di sicurezza con il sindacato e di avanzare progetti di prevenzione e informazione nelle aree più dequalificate e a rischio criminale».

Per saperne di più o ricevere consigli per prevenire le truffe vedi Non ci casco. Piccolo manuale di autodifesa contro truffe e raggiri, Liberetà edizioni.