Tombe come osservatori astronomici

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I dolmen sono strutture megalitiche tombali risalenti al periodo Neolitico (4.000-3.000 a.C.), caratterizzate da un’unica camera sepolcrale delimitata da due o più megaliti verticali e, su questi, un unico grosso masso piano e orizzontale a mo’ di copertura.

Di questa forma di preistorica “architettura sepolcrale”, molto diffusa in tutta Europa, anche in Italia si osservano tutt’oggi numerosi esemplari in ottimo stato conservativo, soprattutto in Sardegna, Sicilia e Salento. Da tempo gli archeo-astronomi ipotizzavano una relazione tra questo tipo di tombe e l’astronomia. La conferma a questa ipotesi sembrerebbe arrivare, ora, da uno studio condotto alla Nottingham Trent University, in Inghilterra. Secondo questa ricerca, le popolazioni preistoriche avrebbero utilizzato i dolmen come luoghi privilegiati per osservare le stelle. Gli stretti e oscuri corridoi d’accesso alle camere sepolcrali avrebbero consentito, infatti, condizioni osservative ottimali, tali da poter individuare gli astri nascenti nella luce crepuscolare molto prima di quanto non sarebbe stato possibile da altri punti d’osservazione.