Strage di Bologna: la verità giudiziaria e quelle strane amnesie

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Alle 10,25 del 1980 una bomba esplode alla stazione di Bologna: 85 morti e centinaia di feriti. A distanza di 42 anni, la giustizia ha individuato esecutori materiali e responsabili. Ma  sono ancora molte le reticenze intorno alla strage

A 42 anni dalla strage di Bologna, quando una bomba squarciò la stazione uccidendo 85 persone e ne ferì 200, l’associazione dei familiari delle vittime insegue ancora la verità anche se – dopo anni di battaglie – nel manifesto che ricorda l’anniversario dell’attentato quest’anno è stato indicato un riferimento ai servizi segreti e alla P2.

La sentenza di primo grado. “La sentenza di primo grado del processo ai mandanti conferma, la strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti” si legge nel manifesto. Lo scorso aprile c’è stato il verdetto di primo grado nel processo ai mandanti: l’ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, è stato condannato all’ergastolo come esecutore materiale della strage, gli altri due imputati sono stati condannati a pene fino a 6 anni.

Oltre a Bellini la Procura generale ritiene Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e quindi non più imputabili, i mandanti, finanziatori o organizzatori della strage. Per la strage sono stati già condannati in via definitiva i tre ex Nar, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, e Gilberto Cavallini, giudicato colpevole in primo grado.

Le amnesie. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime delle strage alla stazione del 2 agosto 1980, ha sottolineato lo straordinario senso di omertà che a distanza di 42 anni sembra ancora colpire molti uomini dei nostri apparati di sicurezza: “La cosa stupefacente è che tante persone a cui si chiede cosa facessero il 2 agosto 1980 hanno tanti ricordi da raccontare. Gran parte dei nostri servizi segreti, interrogati nel processo, rispondevano alla stessa domanda che essendo passati più di 40 anni non ricordavano più. L’omertà è ancora molto insistente da quelle parti, per fortuna altri hanno parlato”.

Le celebrazioni. Oggi poco dopo le 10.25 del 2 agosto 85 cittadini volontari, anche bambini, da piazza delle Medaglie d’Oro si dirigeranno verso i binari della stazione centrale di Bologna, verso gli autobus, verso i taxi, verso le vie del centro, per portare a destinazione i viaggi mai conclusi dalle vittime. Il progetto “A destino” è stato realizzato dalla Compagnia Teatro dell’Argine e promosso dall’associazione fra i familiari delle vittime della strage di Bologna, patrocinato e supportato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e con l’agenzia ‘BAM! Strategie culturali’.

“A destino”, nel gergo ferroviario, è il termine che indica il fine corsa di un treno. Viaggeranno con una valigia bianca. All’interno testi preparati durante i laboratori, lettere o biografie delle vittime, ma anche oggetti scelti da ciascun volontario. E quando arriveranno a destinazione, consegneranno la valigia a un passante, perché la memoria posso continuare a viaggiare e vivere e perché nessuno si scordi mai cosa è successo.