Senza donne non fermeremo il cambiamento climatico

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La commissione sulla condizione delle donne dell’Onu mette in guardia: senza uguaglianza di genere non si possono contrastare efficacemente le trasformazioni del clima e il rischio di catastrofi naturali. Cappuccio (Spi Cgil): “Scarsa attenzione dai governi”.

«Senza l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne non si possono contrastare efficacemente il cambiamento climatico e il rischio incombente di catastrofi naturali». L’allarme arriva dalla Commissione sulla condizione delle donne dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (CSW).

Tutte le aree del mondo sono colpite da trasformazioni climatiche spesso drammatiche e irreversibili: eventi meteorologici estremi, desertificazione, tempeste di sabbia e polvere, aumento dell’acidità del mare, erosione delle coste. La narrativa corrente continua, però, a sottovalutare l’impatto che il cambiamento del clima ha sulla qualità della vita di donne, ragazze e bambine prese individualmente o nelle loro famiglie e comunità. Gli effetti negativi del riscaldamento globale, delle ondate di calore e della siccità, spiega la Commissione dell’Onu, sono più pronunciati per le donne che per gli uomini, e questo è vero soprattutto laddove i loro diritti e il loro status socioeconomico non sono paritari.

«Il fatto che la mortalità femminile causata dall’alterazione dell’ambiente naturale sia superiore a quella maschile dovrebbe essere un problema all’attenzione di tutti i governi. Degrado e inquinamento del territorio – osserva Silvana Cappuccio, del dipartimento Politiche internazionali dello Spi Cgil – accentuano le ineguaglianze, ne creano di nuove, determinano gravi problemi ai sistemi agricoli e agli spostamenti. Non è difficile immaginare come, mentre aumenta la povertà, regredisca la sicurezza sanitaria, dilaghi il rischio di violenza domestica, e sia molto più difficile svolgere le attività di cura, di assistenza e di approvvigionamento alimentare nelle quali le donne sono la maggioranza».

Acqua potabile: un diritto essenziale

È molto importante, secondo Silvana Cappuccio, che il nesso tra ambiente e genere sia stato il tema prioritario della sessantaseiesima edizione della CSW 2022. E soprattutto è importante che sia stato esplicitamente riconosciuto che i diritti umani sono universali, interdipendenti, interconnessi, e pertanto devono essere considerati nei programmi e nelle politiche nazionali. In particolare, l’acqua potabile e i servizi igienici occupano un posto prioritario tra i diritti umani essenziali delle donne».

«Come evidenzia il documento conclusivo della CSW 2022 – aggiunge – la scarsità d’acqua colpisce acutamente la popolazione femminile, che spesso è costretta a rinunciare a studiare o a guadagnarsi da vivere per percorrere lunghe distanze verso le fonti di approvvigionamento idrico. Tutti gli stati possono e devono svolgere un ruolo determinante, prosegue il documento, e quando intraprendono azioni specifiche sul clima, sono tenuti a promuovere anche l’uguaglianza di genere, l’empowerment e l’equità intergenerazionale. Tutto questo può e deve essere fatto, perché cambiare l’esistente è possibile. Occorre però tradurre le affermazioni politiche di principio in atti concreti».

Donne agenti di cambiamento

«Nonostante tutte le difficoltà, le donne sono agenti fondamentali dello sviluppo sostenibile – osserva Cappuccio –. Insieme alle popolazioni indigene e alle comunità locali svolgono un ruolo essenziale nella salvaguardia dell’ambiente perché sono più sensibili alla modifica dei comportamenti e hanno – conclude – profonda conoscenza della comunità in cui vivono, delle risorse del territorio e delle tecniche per preservarle».