Riace. La nuova Camera del lavoro Cgil come casa per i diritti dei popoli

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Una casa dei diritti nel borgo che per tutti è diventato simbolo di accoglienza, multiculturalità, integrazione. Così è stata definita la nuova sede della Camera del Lavoro e della lega del Sindacato pensionati italiani della Cgil, inaugurata a Riace martedì 19 ottobre e dedicata alla memoria di Pasquale Aprigliano, il Segretario dello Spi Cgil Calabria che è stato tra i principali sostenitori del progetto.

Noto in tutto il mondo per l’esperienza di accoglienza dei migranti promossa dall’allora sindaco Mimmo Lucano, il borgo di Riace, in Calabria, era rinato grazie all’ospitalità e alla solidarietà che i cittadini residenti in primis hanno dimostrato nei confronti di tante donne e uomini fuggiti da guerre, violenza, fame, povertà e mancanza di lavoro e approdati lungo queste coste dopo aver attraversato il Mediterraneo stipati all’inverosimile su barconi fatiscenti.

«Con questa decisione – afferma Claudia Carlino, segretaria dello Spi Cgil Calabria – abbiamo voluto operare una precisa scelta di campo a difesa del modello Riace e di tutto ciò che ha saputo generare sia dal punto di vista dell’integrazione culturale, sia da quello occupazionale e della ripresa economica e relazionale in un borgo un tempo povero e spopolato. Lo Spi Cgil sarà così ancora più vicino ai bisogni delle persone, secondo princìpi di solidarietà e umanità da cui è impossibile prescindere per andare verso una società sempre più moderna, aperta, pacifica».

Alla cerimonia del taglio del nastro erano presenti il Segretario nazionale Spi Cgil Stefano Landini, il Segretario della Cgil Calabria Angelo Sposato, la Segretaria generale Spi Calabria Claudia Carlino, delegazioni Spi di altre regioni e tanti cittadini, tra cui anche Lucano, che hanno voluto prendere parte all’iniziativa.

La Camera del Lavoro “Pasquale Aprigliano” sarà una casa aperta per i cittadini che necessitano di tutele, informazioni e servizi e allo stesso tempo diverrà sede del Centro studi sul Mediterraneo, con l’obbiettivo di porre la Calabria e il porto di Gioia Tauro al centro di reali politiche di sviluppo rivolte a tutti i territori che sul Mediterraneo si affacciano.

«A Riace siamo presenti dal 2010, – dice Salvatore Lacopo, dello Spi Calabria – quando abbiamo aperto l’esperienza dei campi della legalità. Da allora ogni anno, insieme all’Arci, qui abbiamo organizzato un laboratorio su diritti, legalità e immigrazione seguito da ragazze e ragazzi, pensionate e pensionati, che da ogni parte del paese hanno partecipato come volontari ai campi antimafia. Dopo la cancellazione dei progetti di accoglienza, gli Sprar, e la condanna subita in prima istanza dall’ex sindaco, oggi Riace è tornato a essere di nuovo un luogo abitato da poche persone, quasi esclusivamente anziane. Rispetto a quell’esperienza di umanità, la nuova Camera del lavoro può allora a rappresentare una ulteriore sfida sia per garantire servizi a chi ne ha bisogno sia come finestra aperta sul Mediterraneo inteso come luogo di incontro con altre culture ed esistenze e sia come strumento di continuità per i progetti avviati in questi anni».

Disegnate dal giovane artista Enzo Franco, le pareti della Camera del lavoro di Riace esprimono il senso di solidarietà e apertura verso altre culture che caratterizzerà l’attività dei sindacalisti e dei volontari chiamati a tenerla aperta.

«L’hanno voluta la Cgil e lo Spi, compresa la struttura nazionale», precisa il segretario dello Spi di Reggio Calabria Carmelo Gullì. «Ci sono le nostre bandiere ma abbiamo aggiunto quella della pace, disegnata sulla facciata principale della sede, come una grande porta sul Mediterraneo che accoglie tutti coloro che da lì arrivano, e, dentro, anche quella del gay pride, simbolo della lotta per i diritti e la libertà. Tante persone, italiane e straniere si sono già rivolte a noi. Non vogliamo deluderle e faremo il possibile per garantire servizi efficienti. La sede è attrezzata, abbiamo anche un ampio cortile dove promuovere iniziative all’aperto ed è dotata di tutto ciò che serve per garantire a chiunque entri di essere assistito nel modo migliore».