Quali sono le “vie della memoria”? Un grande uomo (insegnante e militante politico, preside della scuola media e sindaco della sua città, intellettuale raffinato, poeta) che ha accompagnato la storia italiana del Novecento, l’abruzzese Vittorio Monaco, lo ha indicato con chiarezza: «La memoria non è soltanto ricordo. Come il dio Giano dei latini, essa ha due facce: una rivolta al passato e l’altra al futuro.
Con gli occhi della prima indaga su ciò che è stato, lo analizza, ne individua i significati e, rievocandolo, ne salvaguarda i valori che contano; con gli occhi della seconda guarda all’oggi e al domani, a cui affida l’eredità di ieri, riannodando i fili della storia della civilizzazione. In breve, memoria non significa solo ricordo, ma anche impegno e speranza. Essa guarda al passato, ma vive proiettandosi nel futuro».
Perciò ricordare non è e non deve essere, come talvolta accade (e non c’è niente di male in questo), rimpiangere, ma anche strumento per conoscere meglio se stessi e il mondo: «A un vecchio saggio, seduto al sole a ricordare, fu domandato perché indugiava tanto sui ricordi. “Non indugio”, rispose il vecchio, “più semplicemente, vado cercando di capire”. Capire che cosa? Non abbiamo dubbi: la cosa più degna di essere cercata – e cioè quella che l’uomo, ogni essere umano capace di pensare, sente il bisogno di individuare e chiarire – è il senso dell’essere e dell’esistere, posto che un senso debba esserci, a salvarci dal niente che ci assedia da ogni parte e ci insidia. L’uomo che ricorda – è la risposta del saggio – non lo fa per rimpiangere, ma per capire. La memoria è innanzitutto un formidabile strumento di conoscenza».
Su queste premesse, che poi sono quelle che fanno dello Spi Cgil non solo un sindacato che difende e rappresenta gli interessi dei pensionati, ma un momento di aggregazione e di proposta complessiva, umana, politica, culturale, è nato una decina di anni fa il premio di poesia in dialetto “Vie della memoria-Vittorio Monaco”, promosso dallo Spi Cgil Abruzzo e organizzato insieme al Centro studi e ricerche Vittorio Monaco, e diventato ormai un appuntamento importante nel panorama dei premi letterari nazionali italiani. Gli aspetti che ne fanno un concorso di grande interesse (e per certi versi unico) sono la scelta della lingua da utilizzare, il dialetto (ovviamente: tutti i dialetti nazionali), e il tema, che è quello civile del lavoro, della storia, dell’impegno sociale. Il concorso si rivolge a tutti, ma è particolarmente indicato per chi ha dedicato la propria vita all’impegno sociale e al lavoro.
Nelle edizioni precedenti sono giunte poesie in pratica da tutte le regioni d’Italia, e di assoluto valore, sia dal punto di vista poetico sia da quello della testimonianza umana complessiva. Ed è ogni volta entusiasmante incontrare queste signore e questi signori provenienti da tutta Italia, e anche di tutte le età (ci sono molti giovani tra i partecipanti), tutti uniti da alcuni valori essenziali e davvero fondanti: il rispetto, anzitutto, la volontà di conoscere, il piacere di confrontarsi.
Come partecipare
Le poesie (da tre a cinque per ogni poeta) devono giungere entro il 15 luglio 2018 alla segreteria del premio di poesia dialettale “Vie della Memoria-Vittorio Monaco”, c/o Cgil Sulmona, via Patini 43, 67039, in copia corretta e finale d’autore, e con traduzione in italiano, su supporto informatico, o per email all’indirizzo: centrostudi.vittoriomonaco@gmail.com
Quest’anno la premiazione avverrà a Raiano (Aq) il 29 settembre 2018 nella sala conferenze del Comune, dove sarà commemorato Ottaviano Giannangeli (1923-2017), grande poeta in dialetto e in lingua, presidente onorario del premio.