Pensioni, Spi Cgil: ecco le nostre proposte

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L’impoverimento del mondo del lavoro ha come effetto un futuro previdenziale incerto e diseguale per milioni di lavoratori. Cappelli: “Nonostante una vita lavorativa, molti giovani rischiano pensioni basse. Dobbiamo introdurre tutele all’interno del sistema previdenziale, come la pensione contributiva di garanzia”.

Nella cornice dell’Auditorium Antonianum, a Roma, lo Spi Cgil ha presentato le proprie proposte su pensioni e disuguaglianze economiche e lo ha fatto sulla base di una ricerca della Fondazione Di Vittorio, Tendenze della disuguaglianza dei redditi familiari, da lavoro e da pensione nei principali paesi dell’Unione europea.

L’indagine, curata e illustrata dall’economista Michele Raitano, è stata l’occasione di un confronto di idee tra Ivan Pedretti, segretario generale del sindacato dei pensionati Cgil, Daniela Cappelli della segretaria nazionale Spi, Christian Ferrari, segretario confederale Cgil, Pasquale Tridico presidente dell’Inps e Tommaso Nannicini, senatore e presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sugli Enti previdenziali.

I giovani e la pensione. Le pensioni riflettono tendenze che risalgono agli anni Novanta, spiega Michele Raitano. L’introduzione del modello contributivo e la frammentazione del lavoro hanno innescato l’attuale dinamica negativa degli assegni pensionistici. «È ancora sostenibile – si domanda Raitano – uno schema solamente attuariale che non prevede al suo interno elementi compensativi?». I numeri parlano da soli. In Italia, rivela la ricerca della Fondazione Di Vittorio almeno il 25 per cento dei lavoratori è un working poor.

«Se tutto va bene, un giovane – sostiene Daniela Cappelli – inizia a lavorare a 25 anni, andrà in pensione tra i 68 e i 72 con un assegno tra il 55 e il 64 per cento; se invece la sua carriera sarà discontinua la sua pensione crollerà fino al 45 o 40 per cento, e per via della riforma Dini quel giovane non avrà diritto all’integrazione al minimo».

Pensione di garanzia. «Se nonostante una vita lavorativa – prosegue Cappelli – molti rischiano pensioni basse, dobbiamo introdurre tutele all’interno del sistema previdenziale. Una di queste è la pensione contributiva di garanzia, una nostra richiesta non necessariamente di tipo assistenziale.

Il finanziamento della pensione di garanzia potrebbe essere a carico della fiscalità generale e il costo sarebbe compensato dalla riduzione degli esborsi per le prestazioni assistenziali dei pensionati indigenti».

Potere d’acquisto. Tra inflazione e aumento delle bollette le pensioni perdono potere d’acquisto. «Per questa ragione – riafferma Cappelli – il sindacato chiede da tempo di estendere la quattordicesima mensilità alle pensioni fino a 1500 euro. In questo contesto – conclude la dirigente dello Spi – consideriamo molto pericoloso il ricorso, troppo frequente, a meccanismi di decontribuzione.

Pur comprendendo le motivazioni di tale scelta in condizioni di emergenza, dobbiamo essere consapevoli che ciò è causa dell’accumularsi di un debito occulto ed è lo specchio della classica politica italiana del giorno per giorno che rimanda i debiti al futuro».

Le parole di Tridico. Per il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, Tridico, la domanda urgente è come sostenere il sistema di welfare quando una quota del lavoro è sempre più povera e incapace di finanziarlo. «Negli ultimi quaranta anni, abbiamo perso dieci punti percentuali di Pil di massa salariale e abbiamo camuffato la riduzione del costo del lavoro dietro esoneri contributivi a pioggia.

Nel 2021, 24 miliardi di euro, anziché entrare nelle casse dell’Inps, sono andati sostenere la riduzione del costo del lavoro». Inoltre, avverte Tridico, bisogna fare attenzione, a stare lontano dalle quote. Una quota c’è già: i 67 anni. Chi raggiunge questa età va in pensione. Tutto il resto deve essere flessibilità a favore dei lavoratori fragili e all’interno delle leggi Dini e Fornero c’è spazio per introdurre forme di anticipo della pensione».

Il taglio del cuneo fiscale. Che la condizione del lavoro e il sistema previdenziale siano due facce della stessa medaglia viene ribadito anche dal segretario nazionale della Cgil, Christian Ferrari. «Senza lavoro stabile nessuna riforma delle pensioni potrà garantire una prospettiva previdenziale degna di questo nome. La produttività è cresciuta dello 0,4 per cento l’anno. Peccato che, tra il 1990 e il 2022, i salari siano diminuiti del 2. Tagliare, come pensa Confindustria, il cuneo fiscale di 16 miliardi per aumentare le retribuzioni non è la soluzione perché il “taglio” andrebbe finanziato con un intervento del fisco, sottraendo risorse alla spesa pubblica, perché è in alternativa al rinnovo dei contratti e perché i 5,5 miliardi andrebbero alle imprese che hanno già ricevuto una marea di denaro».

Un cantiere per il lavoro. Il segretario generale dello Spi Ivan Pedretti, in conclusione della tavola rotonda, invita a guardare al futuro. «Va riaperto il cantiere della riforma del lavoro dando continuità all’occupazione. Il nodo vero di ogni processo di riforma sono le nuove generazioni. Il salario minimo è utile – chiarisce Pedretti – ma non risolve il problema, tutto sindacale, della rivalutazione dei salari e quindi è necessario un confronto vero con la Confindustria. Attraverso la pensione di garanzia, lo Spi tenta di trovare in anticipo una soluzione per i giovani, e i meno giovani, che si troveranno in condizioni previdenziali disastrose, pur avendo anni di lavoro saltuario e flessibile alle spalle».

Secondo Pedretti occorre riflettere anche sui fondi integrativi previdenziali. «Cosa ne facciamo? Possiamo utilizzarli in un sistema solidale a ripartizione? Oppure per costruire un grande fondo Inps a capitalizzazione al posto dei tanti piccoli fondi?».

Non siamo indifferenti. Nell’imminenza delle elezioni politiche, Pedretti, rivolge un pensiero al rapporto sindacato-politica. «Il confronto con la politica è necessario: per i valori e la condizione delle persone che il sindacato rappresenta, non possiamo essere indifferenti a quel che accade nell’agone politico».