A Verona per la prima volta la festa provinciale di LiberEtà

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Prima festa provinciale di LiberEtà a Verona nella città di Giulietta e Romeo per anni roccaforte della destra, ma guidata da quest’anno da Damiano Tommasi, con un cambio di rotta verso sinistra. Il voto imminente, le necessità di cambiare un sistema previdenziale e un mondo del lavoro che non garantisce futuro ai più giovani, il cambiamento climatico e lo sciopero globale per il clima (“Fridays for future”) del 23 settembre prossimo, sono stati gli argomenti toccati nei vari momenti della giornata dedicata al mensile LiberEtà.

La festa, venerdì 16 settembre, si è aperta proprio con i saluti dell’amministrazione comunale con l’assessore al bilancio, che ha ribadito come questa volta il rapporto con i sindacati sarà più stretto e il governo del comune partirà dalla partecipazione, la trasparenza e l’inclusione, linee guida già espresse anche in campagna elettorale.
A fare gli onori di casa, il segretario generale dello Spi provinciale Adriano Filice che ha sottolineato come, in tempi così delicati, sia necessario uno strumento come LiberEtà: «Abbiamo bisogno di informazione precisa e accurata e vogliamo favorire la massima diffusione del nostro mensile che puntualmente e in maniera approfondita ci tiene aggiornati su tutte le questioni che riguardano l’attualità, i pensionati e le pensionate. Alla politica che si contende i voti di pensionate e pensionati chiediamo: riforma della non autosufficienza, nuovo welfare, rilancio della sanità pubblica e in particolare della medicina del territorio, difesa del potere di acquisto delle pensioni».
Sandro Cristini, responsabile della campagna abbonamenti di LiberEtà ha evidenziato come il giornale sia anche un importante strumento di lavoro per le leghe Spi.

Il dibattito, “Noi e il voto”

«Un anno fa la Cgil venne assalita, devastata e ogni giorno c’è una sede del sindacato imbrattata. Possiamo dire che il nostro rapporto con quella politica è indifferente? Io penso di no». Così ha esordito Ivan Pedretti nell’apertura del dibattito sulla politica in vista delle prossime elezioni. Il segretario generale ha ribadito quanto la Cgil sia alternativa a una politica di destra per una questione di valori.

«Per noi non è uguale chi vince le elezioni del 25 settembre. La Cgil è un sindacato che nasce con l’idea di essere un soggetto solidale: ai tempi di Giuseppe Di Vittorio si costruì una Cgil che unificava i lavori e le differenze tra i mestieri. Non vogliamo essere un sindacato corporativo. Siamo un sindacato che ha fatto della protezione sociale la sua missione fondamentale. La destra ci propone bonus e mutualismo, ma questo è opposto alla nostra idea di sanità universale e di solidarietà all’interno del mondo del lavoro. È per questo che non possiamo restare indifferenti. Io credo che la Cgil debba non solo dire di andare a votare, ma agli iscritti debba dire che vadano a votare per chi condivide i valori fondamentali dell’organizzazione, a partire dalla solidarietà, la giustizia sociale e l’inclusione. Dobbiamo orientare chi rappresentiamo, senza smarrire mai la nostra storia. Dobbiamo indicare la strada e non aver paura di misurarci anche di fronte a un cambiamento politico rilevante».

«La nostra Costituzione – ha ribadito Pedretti – dice che le tasse si pagano progressivamente in base al reddito. Se qualcuno propone la flat tax, noi dobbiamo essere in grado di spiegare ai lavoratori e ai pensionati che non va bene perché significa togliere i servizi e noi siamo per il welfare. Se qualcuno parla di presidenzialismo, noi dobbiamo difendere la Costituzione».