Pensioni. A luglio assegno più pesante con la quattordicesima

0
1367

Nel mese di luglio chi ha più di 64 anni, una pensione da lavoro e un reddito sotto i 14.137 euro riceverà dall’Inps la somma aggiuntiva

A cura del Dipartimento previdenza dello Spi Cgil

Un po’ di soldi in più. Le persone che hanno compiuto i 64 anni di età, percepiscono una pensione da lavoro, anche di reversibilità, e con un reddito che non supera un determinato limite, a luglio riceveranno la quattordicesima. Dal mese prossimo, infatti, coloro che sono in queste condizioni potranno riscuotere insieme all’assegno della pensione anche quella che l’Inps definisce “somma aggiuntiva”. In concreto, si tratta di una prestazione collegata alla pensione di importo netto, che viene versata ai pensionati che hanno un reddito non superiore a 14.137,10 euro annui.

Che cos’è? Si tratta di un aumento netto che serve a tutela re le pensioni più basse. La quattordicesima fu introdotta nel 2007 dal governo Prodi. Nel 2017, il governo Gentiloni – grazie all’accordo con i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil – ha ampliato la platea di chi ne ha diritto, innalzato i limiti di reddito e gli importi per chi già la riceveva. L’importo non è soggetto a tassazione e non pregiudica altre prestazioni assistenziali alle quali si potrebbe avere diritto.

Come si ottiene? La quattordicesima viene versata dall’Inps automaticamente ogni anno con la rata di luglio, a chi, avendone diritto, abbia compiuto i 64 anni entro lo stesso mese di luglio (per i dipendenti pubblici entro giugno). Per chi compie i 64 anni da agosto in poi o per chi è andato in pensione nel corso dell’anno, il pagamento è invece rinviato a dicembre e in questi casi l’importo sarà proporzionato ai dodicesimi. Questo significa che un pensionato nato nel mese di maggio ha diritto a otto dodicesimi della somma, ovvero il corrispettivo di otto mesi, da maggio a dicembre. In presenza delle condizioni previste dalla legge, la quattordicesima viene riconosciuta in via provvisoria. Negli anni successivi il diritto viene verificato sulla base dei redditi con la cosiddetta “procedura Red”. In caso di dubbi su come comportarsi è bene rivolgersi a una delle numerose sedi dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil.

A chi spetta? La quattordicesima spetta a quanti hanno compiuto almeno 64 anni di età, percepiscono una pensione da lavoro (o una pensione di reversibilità) e hanno un reddito individuale entro i limiti fissati dalla legge. Non spetta, invece, a chi ha una pensione assistenziale (assegno e pensione sociale oppure di invalidità civile).

Quanti anni di contributi servono? L’anzianità contributiva varia a seconda che si tratti di lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti sono previste tre fasce: chi ha versato contributi fino a 15 anni; chi tra i 15 e i 25 anni; chi, infine, li ha versati per più di 25 anni. Le fasce cambiano per i lavoratori autonomi: fino a 18 anni; tra 18 e 28 e, infine, più di 28 anni.

E se l’Inps non la versa? Può accadere che l’Inps non accrediti direttamente la quattordicesima (anche se dovrebbe essere erogata in automatico). Se pensate di essere in possesso dei requisiti previsti ma non doveste riceverla, potete fare apposita richiesta rivolgendovi a una delle tante sedi dello Spi Cgil. Qui potrete anche controllare la giustezza della vostra pensione e verificare che non vi siano altre prestazioni non erogate alle quali invece avete diritto.

Per controllare le fasce di reddito e gli importi 2022 visitate il sito pensionati.it

Duecento euro in più per i pensionati. Insufficienti, dice il sindacato
Sei miliardi e mezzo contro il carovita, per rispondere a un’inflazione al 6,2 per cento e colpisce in particolare lavoratori e pensionati. Il decreto legge approvato dal governo a inizio maggio contempla un bonus una tantum di 200 euro, di cui beneficeranno 28 milioni di pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi con un reddito annuo inferiore a 35 mila euro, colf e percettori di reddito di cittadinanza. I sindacati però criticano il provvedimento: «Consideriamo la cifra insufficiente – ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini – servono misure più incisive, anche attraverso lo scostamento di bilancio».