Pensionati digitali. Il sindacato al tempo del coronavirus

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Sono da poco passate le 10 del mattino quando Daniele Tronco, Segretario generale dello Spi Cgil di Venezia, si schiarisce la voce, prende la parola e dà l’avvio all’assemblea dei pensionati e delle pensionate di tutta la sua provincia.
Non c’è una stanza, non ci sono porte che si chiudono, non c’è bisogno di fare silenzio e non ci si sbriga a prendere posto. Siamo su Zoom, una di quelle piattaforme digitali per le videoconferenze che abbiamo imparato tutti a conoscere e a frequentare in queste settimane.

Prima una sessantina di persone collegate, poi settanta. Alla fine saranno novantadue. Dalle webcam si intravedono scorci di case, librerie piene, quadri e paesaggi, un giardino con i fiori colorati appena sbocciati.
Qualcuno è insieme alla moglie o al marito, dalle retrovie arriva una tazzina di caffè, ci si allontana un attimo per i bisogni fisiologici senza disturbare nessuno.

Daniele Tronco fa la relazione, metta in fila i problemi, elenca le iniziative del sindacato. Il dramma delle case di riposo, l’assistenza domiciliare, lo stato della sanità pubblica, il rapporto con il sistema dei servizi Cgil. Un quarto d’ora al massimo, praticamente un record.

Collegati ci sono anche la Camera del Lavoro di Venezia e lo Spi Cgil regionale, che prenderanno la parola nel corso della mattinata.
Per due ore si alternano gli interventi dei pensionati e delle pensionate, alla mezza arrivano le conclusioni del Segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti.

L’assemblea sindacale ha i suoi riti e i suoi ritmi. L’emergenza da Covid-19 che tanto sta cambiando delle nostre vite non sembra averli intaccati. È tutto così fedele alla tradizione che con un piccolo sforzo di fantasia si potrebbero perfino immaginare il tavolo della presidenza, il microfono e il podio per i relatori, la platea piena.

Solo quando parla Pedretti salta per un attimo il collegamento ma nessuno si scompone, il Segretario si slogga e rientra in chat nel giro di qualche minuto e riprende da dove si era interrotto. Nell’attesa si fanno gli auguri ad un pensionato che compie gli anni, sorrisi e applausi. È la prima volta che un’assemblea di questo tipo ha avuto luogo in rete e non in uno di quei saloni un po’ demodé che si trovano nelle sedi sindacali.

Esserci riusciti non è stato un caso ma il frutto del lavoro dello Spi Cgil di Venezia che per giorni ha provato e riprovato fino a che tutti sono stati messi nelle condizioni di essere presenti, seppur solo virtualmente.

Resilienza, militanza e capa tosta di un sindacato storicamente molto radicato sul territorio, che vive a stretto contatto con le persone e che oggi è chiamato suo malgrado a fare diversamente.

È successo qui, sta succedendo in forme e modalità diverse ovunque. Si stanno attrezzando numeri verdi, si stanno chiamando migliaia di iscritti al telefono anche solo per sapere come stanno, si stanno attrezzando chat su whatsapp e servizi di mailing list.

Non sarà questo il mondo nuovo a cui ci dovremo abituare, torneremo ad incontrarci e a fare buona parte delle cose che facevamo prima, comprese le assemblee dei pensionati e delle pensionate nelle sale delle sedi sindacali. Nel frattempo la tecnologia ci dà una mano, ci tiene uniti e ci rende attivi e operativi.
Anche ad una certa età.

Lorenzo Rossi Doria (responsabile comunicazione Spi Cgil)