Milano, una app per nonni e nipoti per andare al museo

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“Nonno è stato bello, se non ci fossi stato tu non sarei andato al museo”, dice un ragazzino appena uscito dal Mudec, il museo di arte contemporanea in via Tortona a Milano. “Ho vissuto delle esperienze che mi hanno confermato la necessità di essere aggiornati sulla tecnologia”, esclama una nonna tenendo per mano suo nipote. Anche lei è stata al Mudec. Un’altra dice: “L’applicazione per il cellulare è stata utilissima! Anche io prima di venire al museo ho frequentato il corso ed è stato molto interessante!”. Ma di cosa si tratta?

Di un progetto dei pensionati Cgil della Lombardia. Si chiama “Un gioco da ragazzi” e ha visto bambini e nonni insieme in un percorso a tre tappe. Durante la prima, i nonni, senza nipoti, si sono confrontati tra di loro e con degli esperti per fare il punto sulla loro capacità di usare tablet e telefonini. Hanno esplorato le funzioni creative dei cellulari e dei tablet e in particolare di una app che si chiama Artoo, sviluppata da Alchemilla con il sostegno della Fondazione Cariplo, che finanzia progetti finalizzati all’innovazione culturale.

I bambini a loro volta hanno imparato ad usare la app, anche grazie all’aiuto dei nonni. Con Artoo si possono visitare “stanze” e vedere opere d’arte. Si può imparare e poi guardare con occhi diversi il museo. Ma Artoo non si limita soltanto a raccontare l’arte ai bambini. I piccoli, infatti, possono anche disegnare in autonomia con i simboli e le forme visti prima nelle opere.

“Per ora il progetto è legato al Mudec di Milano ma vorremmo estendere questo progetto anche ad altri territori. Come Spi Cgil intendiamo promuovere l’utilizzo di questa app perché crediamo che sia importante sensibilizzare all’uso delle nuove tecnologie i tanti nonni che vivono in Lombardia”, spiega Carolina Perfetti del coordinamento donne dello Spi Cgil Lombardia.

Al termine del laboratorio, il giorno della visita al Mudec i bambini hanno disegnato anche delle maschere ispirandosi proprio agli elementi visti durante la mostra. E poi insieme ai nonni hanno visitato la sala permanente del museo dove sono esposte delle maschere tribali originali. Insomma, una maschera per gioco per capire l’arte e avvicinarsi alle altre culture. “Il museo smette così di esser un luogo chiuso e stantio ma diventa parte del gioco dei bambini e strumento educativo. Abbiamo educato all’alterità, all’arte, alle culture diverse dalle nostre. E l’elemento del dialogo intergenerazionale è stato fondamentale. Anche i nonni si sono divertiti”, prosegue Perfetti.

E non dimentichiamo i risvolti positivi per quello che si chiama “invecchiamento attivo”. L’approccio a strumenti tech, infatti, migliora le capacità cognitive e aiuta le persone a restare attive, riducendo perdita di memoria e di stimoli, emarginazione sociale e senso di isolamento o solitudine. “Ho capito l’importanza di saper utilizzare il telefono non solo per le chiamate. Infatti se usato con buon senso, è uno strumento molto utile”, ci ha detto un’altra partecipante al progetto.

Sicuramente una scommessa vinta per i pensionati della Cgil Lombardia. E speriamo che il circolo virtuoso giovani-anziani-tecnologia porti altri frutti.