“L’ambiente siamo noi”. Il pianeta si salva solo cambiando sistema

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Moderati dal direttore di LiberEtà, Giuseppe Mennella ieri alla Festa di LiberEtà si sono confrontati varie personalità dell’ambientalismo italiano.  Pedretti (Spi Cgil): «La questione ambientale è una nuova lotta di classe, perché colpisce diversamente ricchi e poveri. ben più complessa di quella per cui abbiamo combattuto e per la quale ancora ci battiamo». 

Alla Rocca di Senigallia, giovedì 14 settembre, si parla di ambiente e “di come salvare il pianeta cambiando sistema”. La seconda giornata della Festa nazionale di LiberEtà si apre con un dibattito moderato da Giuseppe Mennella, direttore del mensile dello Spi Cgil. La prima domanda Mennella la rivolge a Paola Mercogliano, del Centro Euro mediterraneo per i cambiamenti climatici. «Siamo ancora in tempo a cambiare gli stili vita, i sistemi di produrre e di consumare oppure abbiamo raggiunto il punto di non ritorno?».

Secondo la ricercatrice del clima, stiamo sperimentando nel clima tutto quello che avevamo preconizzato: aumento della temperatura, alluvioni e tifoni, perdita della biodiversità. Il problema incombente oggi sono i gas inquinanti che continuano a concentrarsi nell’atmosfera e accelerano la modifica del clima. «Dobbiamo essere consapevoli – avverte Mercogliano – che il cambiamento climatico impatta su tutte le sfere umane, non solo la salute e l’ambiente ma anche l’economia e il tenore di vita di milioni di persone».

La parola passa a Fabio Ciconte, che dirige Terra, una fondazione specializzata nello studio dell’impatto dei sistemi produttivi agricoli e degli allevamenti sul nostro habitat. «Se il sindacato inizia a impegnarsi a favore della sostenibilità ambientale – afferma Ciconte – significa che abbiamo fatto passi in avanti. La comunità scientifica, dati alla mano, ha dimostrato che il cambiamento climatico è effetto di una esasperata antropizzazione. La domanda vera da porsi è come salvare il genere umano dalla rincorsa verso un suicidio collettivo. Purtroppo dobbiamo ammettere che il pianeta senza la specie umana continuerebbe a esistere».

Monica Di Sisto, vicepresidente della organizzazione non governativa Fairwatch, esprime la convinzione che sistemi alternativo di produzione siano alla portata di mano . «A Montebello, una località delle colline marchigiane, da anni opera la cooperativa di agricoltura biologica Girolomoni. Durante l’alluvione del 2022 – ricorda Di Sisto – grazie alle antiche tecniche utilizzate, le terre coltivate dalla cooperativa non sono franate. E se alcuni centri dell’Emilia Romagna, una delle regioni più avanzate in quanto al rispetto delle regole, sono andati sott’acqua durante la stessa alluvione è perché la tutela del territorio è stata piegata alle esigenze del mondo economico».

Interviene nel dibattito, Ottavia Belli, giovanissima fondatrice di Sfusitalia, un’azienda che on line promuove e aggiorna la mappa degli esercizi commerciali che vendono articoli sfusi a peso e senza imballaggio. «Dobbiamo cambiare le lenti con guardiamo i nostri consumi. Il problema non è la plastica in se stessa, ma l’uso sconsiderato del monouso. Questo è il cambio di paradigma da fare. I prodotti sfusi non sono una novità dei nostri tempi, sono spariti dal mercato con l’invenzione e la commercializzazione della plastica. Ogni anno l’Italia paga una multa alla Unione europea di circa ottocento milioni di euro a causa del consumo di questo materiale. Con piccole accortezze quotidiane, acquistando beni riutilizzabili, ognuno di noi può fare la differenza».

Nel tirare le fila di una discussione non semplice, Ivan Pedretti, segretario dello Spi Cgil, esprime una nota di ottimismo: «Penso che un sistema produttivo alternativo sia possibile. Un cambiamento è sempre possibile». In fondo è questo l’obiettivo del sindacato, spiega Pedretti, occuparsi della società per migliorare la condizione di vita delle persone e dei lavoratori.

I pensionati in Italia sono circa diciotto milioni e possono influire sulla trasformazione degli stili di vita e dei consumi. Ad esempio, nella sede storica dello Spi Cgil, abbiamo installato un impianto fotovoltaico per diventare dal punto di vista energetico autonomi. Abbiamo invitato tutte le nostre sedi locali a fare lo stesso, per mostrare che è possibile percorrere una strada alternativa.

«La questione ambientale è una nuova lotta di classe – conclude Pedretti – più complessa di quella per cui abbiamo combattuto e per la quale ancora ci battiamo. Domani, a Senigallia, il sindacato dei pensionati della Cgil scenderà per la prima volta in piazza per manifestare per ottenere politiche mirate alla sostenibilità ambientale e per parlare a giovani ai quali abbiamo la responsabilità di affidare un pianeta vivibile».