La musica al tempo del coronavirus. Una nota tira l’altra #2

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Va pensiero, il coro nella terza parte del Nabucco di Giuseppe Verdi (Prima rappresentazione al Teatro La Scala il 9 marzo 1842), è un coro intonato dagli ebrei prigionieri dei babilonesi in ricordo della patria lontana. Quando Verdi scrisse il Nabucco, Milano faceva parte dell’Impero Austro-ungarico, per cui l’identificazione con la “patria, sì bella e perduta” del testo diventò un sentimento che crebbe in modo progressivo e generale. Oltre le strumentalizzazioni di alcuni movimenti politici, che hanno utilizzato il Va pensiero snaturandone il significato, possiamo oggi rileggere quel brano alla luce del momento storico che stiamo vivendo. Nei giorni in cui siamo di fatto prigionieri di un nemico potente, possiamo dedicare il brano di Giuseppe Verdi a tutti noi.
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Per cambiare genere e anche umore, ascoltiamo ora la famosa aria di Cherubino Voi che sapete dal secondo atto delle Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart con testo di Lorenzo Da Ponte. In quest’aria Cherubino racconta le sue turbe amorose adolescenziali. Si potrebbe dire che è un inno alla giovinezza e alla vita. Le Nozze di Figaro, che vanno in scena a Vienna il 1° maggio del 1786, restano, per opinione di molti, la più bella commedia in musica mai scritta. (Il testo completo si trova su internet). Per musica e voce.
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rubrica a cura di Gaetano Sateriale