La lega Spi Cgil di Breda (Treviso) intitolata a Tina Merlin

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La sede, che raccoglie anche gli iscritti dei comuni di Maserada e Carbonera, porterà il nome della giornalista che per prima denunciò i rischi della diga del Vajont, subendo anche un processo. Il segretario Speranza: “Per noi rappresenta la dignità e la determinazione che molte donne, anche meno conosciute, debbono sostenere”.

Forse in pochi ricordano il nome di Tina Merlin. Ma per i pensionati Cgil dei tre comuni di Breda di Piave, Maserada sul Piave e Carbonera, in provincia di Treviso, intitolare la sede della Lega Spi Cgil (via Moretti, Breda) alla figura della giornalista de L’Unità scomparsa nel ’91 ha un valore doppiamente simbolico: servirà a ricordare la donna che per prima denunciò con i suoi articoli il pericolo che proveniva dalla diga del Vajont e la tragedia che, sessant’anni fa, nell’ottobre del 1963, inghiottì migliaia di vite nel bellunese.

L’intitolazione della lega n. 6 è avvenuta oggi pomeriggio, alla presenza del figlio di Tina Merlin, i sindaci di Breda e di Carbonera, e di Adriana Lotto, presidente dell’associazione culturale che porta il nome della giornalista.

Per il segretario della lega Giovanni Speranza, Tina Merlin ha saputo meglio di altri “raccontare quanto il potere economico e le debolezze della politica fossero la causa di tragedie come quella immane del disastro del Vajont, denunciando i rischi idrogeologici di quell’opera”.

Ma non solo. “Denunce come quella – prosegue – sono ancora attuali, perché ancora esistono nel nostro paese inerzie, controlli insufficienti, infiltrazioni della criminalità che mettono a rischio cose e persone”.

 

Tina Merlin era nata a Trichiana nel bellunese, nel 1926. Giovanissima, era entrata nella Resistenza come staffetta. Nell’immediato dopoguerra, il salto nel giornalismo come corrispondente di alcuni giornali locali e de L’Unità dalla provincia di Belluno. I suoi appelli contro la diga furono inascoltati, e la Merlin dovette subire anche un processo, dopo una denuncia intentata dal conte Vittorio Cini, presidente della Sade, la società che aveva costruito la diga.

Adriana Lotto ha ricordato in particolare l’impegno di Tina Merlin come giornalista e resistente ma anche aspetti meno noti della biografia della giornalista, come gli articoli scritti  raccontando l’immigrazione veneta in Svizzera.

In nome di quella dedizione, la lega Spi dei tre comuni del trevigiano (che conta 1584 iscritti, pari a un quarto di tutti gli over 65 residenti) porterà così il nome di Tina Merlin. “Quella donna, per il suo impegno civile, politico e professionale rappresenta bene la dignità, la determinazione, le fatiche che molte donne, meno conosciute, debbono sostenere ogni giorno”, conclude Speranza.