Recessione, depressione, Mes, recovery fund, Corona bond. Tutti i giorni sentiamo termini di cui spesso non conosciamo il significato. LiberEtà vuole fornire ai propri lettori una bussola, una guida per orientarci nell’oceano di proposte, teorie, misure, ricette economiche che in questi giorni si moltiplicano.
A che punto siamo e come si risale la china dopo questo precipizio?
Aerei a terra, saracinesche chiuse, petrolio americano che costa meno di zero dollari, piantagioni agricole abbandonate. È la fotografia della crisi senza precedenti in cui è piombato tutto il mondo per via di un piccolo, invisibile, ma terrificante virus. Un mondo mai visto: non c’è alcun metro di paragone con nessuna crisi precedente, né la guerra, né la “Grande Depressione” che negli anni Trenta spinse milioni di disoccupati americani a elemosinare cibo per strada.
È recessione o depressione?
Tutti gli indicatori economici resteranno certamente negativi a lungo: occupazione, reddito delle famiglie, vendite al dettaglio e all’ingrosso. È piena recessione, che vuol dire ricchezza in diminuzione, sotto zero. Nel primo trimestre, il Pil italiano ha segnato -4,9 per cento, ma per luglio le stime dell’Istat parlano di -15 per cento. Nel secondo semestre si recupererà, per chiudere l’anno a -8 per cento. Ma non è certissimo, e per tutta l’Europa si parla di una perdita tra il 5 e il 12 per cento. Si potrebbe toccare anche – 10. La Cina nei primi novanta giorni dell’anno ha fatto un tonfo verticale (-6,8 per cento). Negli Stati Uniti ci sono più di trenta milioni di disoccupati. Il mondo intero in media perderà il 3 per cento di ricchezza a fine anno. Allora si può parlare di Depressione? Non esiste una definizione tecnica codificata di questa parola, ma si parla di Depressione quando la recessione dura da più di tre anni con una perdita di ricchezza di almeno 10 punti. Speriamo davvero di non arrivarci.
Rubrica a cura di Bianca Di Giovanni
Leggi le altre puntate della bussola
