Iss-Istat: “Il coronavirus letale anche senza concause”

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Il nuovo coronavirus è una malattia che «può rivelarsi fatale anche in assenza di concause». E’ quello che attestano Istat e Iss nel Rapporto sull’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità, rivelando che la causa principale nel 90 per cento dei casi è stato il coronavirus.

Ricordate quando nel consueto report serale, gli esperti sottolineavano il fatto che i pazienti deceduti avevano una o più patologie preesistenti? Ebbene, nel 28% dei casi il Covid ha portato alla morte pazienti che non avevano malattie pregresse.

Il risultato arriva dopo lo screening del 15 per cento delle oltre 30mila cartelle di pazienti positivi deceduti, un campione già significativo per capire cosa è accaduto da quando è comparsa la pandemia.

ll Covid-19 risulta essere la causa «direttamente responsabile della morte» nell’89% dei casi. Nel restante 11%, a causare il decesso sono state soprattutto le malattie cardio-vascolari (4,6%) e i tumori (2,4%), seguiti da malattie respiratorie, diabete, demenze e malattie dell’apparato digerente.

I dati pubblicati ieri, seguono la polemica innescata dal primario di terapia intensiva del S. Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, secondo cui anche le vittime di incidenti stradali, se positive al coronavirus, oggi vengono attribuite al Covid-19. Perciò, spiegava il medico, «in Lombardia nessuno muore per colpa del virus da almeno un mese».

Le cose purtroppo stanno in maniera differente. Secondo ricercatori, tra i 60 e i 69 anni di età il virus spiega il 92% delle morti, mentre paradossalmente la presenza di altre patologie incide maggiormente nelle persone decedute con un età inferiore ai 50 anni (82% le morti a causa del virus).

Tra i pazienti deceduti, con altre malattie, invece, hanno contribuito al decesso la presenza di cardiopatie ipertensive (18% dei decessi), il diabete mellito (16%), le cardiopatie ischemiche (13%), i tumori (12%).

Quanto alle complicanze da COVID-19 che portano al decesso sono principalmente la polmonite (79% dei casi) e l’insufficienza respiratoria (55%). Altre complicanze meno frequenti sono lo shock (6%), la sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) ed edema polmonare (6%), le complicanze cardiache (3%), la sepsi e le infezioni non specificate (3 per cento).