Inps, milioni di pensionati non hanno accesso al cedolino

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Foto di athree23 da Pixabay

“Solo 4,5 milioni di pensionati usano il Pin dell’Inps e hanno quindi accesso ai propri cedolini. Tutti gli altri non sono messi nelle condizioni di controllare importi o eventuali variazioni sulla propria pensione. È un problema enorme e deve essere assolutamente risolto”. È la denuncia che arriva dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil che chiedono all’Inps di trovare immediatamente soluzioni affinché i pensionati abbiano accesso alle informazioni sulle proprie pensioni. 

Segretari generali di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, Ivan Pedretti, Piero Ragazzini, Carmelo Barbagallo, hanno scritto oggi martedì 9 febbraio al Presidente dell’Inps Pasquale Tridico e al Presidente del Civ Inps Guglielmo Loy, chiedendo incontri urgenti in cui affrontare finalmente il tema del divario digitale e delle difficoltà per milioni di pensionati di avere accesso ai propri cedolini della pensione e, quindi, alle informazioni sulle proprie pensioni.

“Sono passati ormai sei anni da quando l’Inps ha deciso di sopprimere le comunicazioni cartacee con cui inviava ai cittadini le informazioni sui trattamenti pensionistici, rendendo le informazioni accessibili solo online dal sito dell’Istituto, dopo rilascio di apposito Pin”, spiegano i sindacati.

I dati parlano chiaro. E non sono affatto rassicuranti. “Solo 4,5 milioni di pensionati su 16 milioni usano il Pin Inps e circa 12 milioni di pensionati oggi non riescono quindi a controllare importi ed eventuali variazioni delle loro pensioni e ad accedere ai propri cedolini, cosa quest’ultima che sarà resa ancora più difficile col passaggio da Pin Inps a Spid”.

Dal 1° ottobre 2020 non vengono più rilasciati Pin Inps. La sola modalità di accesso al sito dell’Inps (insieme a Carta di identità elettronica 3.0 e a Carta nazionale dei servizi) sarà lo Spid, sistema di identificazione più sicuro del Pin. Ma sappiamo bene che è più complesso ottenere lo Spid. Anche perché per averlo è necessario avere una mail e un numero di telefono cellulare. Non tutti gli anziani ne dispongono.  “L’esclusione digitale di una parte consistente della popolazione anziana e pensionata, soprattutto quella di età più avanzata, è un fatto reale e rischia di aggravarsi ulteriormente”, denunciano i sindacati.

Il decreto semplificazioni ha previsto, per chi non ha accesso a un domicilio digitale, altre modalità di messa a disposizione e consegna della documentazione della pubblica amministrazione, da determinare con successivo decreto, riconoscendo che esiste un problema di divario digitale. E il problema va risolto, rapidamente.

Per questo Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil hanno lanciato una campagna di comunicazione e mobilitazione perché si trovino soluzioni rapide ed efficaci. I sindacto chiedono al Cda Inps di dare risposte al problema e di garantire il diritto dei pensionati ad accedere al proprio cedolino di pensione.

Ma non è la sola richiesta. “Vogliamo che l’Inps si faccia portavoce nei confronti delle istituzioni della necessità di affrontare il tema del divario digitale della popolazione anziana per quanto riguarda l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione”, si legge nel comunicato “e specificatamente dell’Inps, anche mettendo in campo un grande progetto di alfabetizzazione digitale e utilizzando le risorse del Next Generation Ue”.