I sindacati dei pensionati lanciano la piattaforma unitaria

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Mobilitazione sui grandi temi: sanità, redditi, fisco, non autosufficienza. Chiesto un confronto con le confederazioni

Il 13 giugno, a Roma, in una gremita assemblea nazionale, i sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil hanno confermato e rilanciato la loro Piattaforma unitaria su sanità, pensioni, non autosufficienza e fisco. «Le nostre proposte sono ben note perché le già abbiamo presentate al governo. L’obiettivo di questa assemblea – spiegano dal palco dell’Auditorium del Massimo, i segretari generali Spi, Fnp e Uilp – è ribadire la nostra determinazione ad andare avanti e dare seguito alle nostre richieste con iniziative unitarie di informazione e lotta nei territori».

Un sindacato generale dei pensionati

Tra i tanti temi affrontati dal palco, uno in particolare è emerso ripetutamente: il sindacato ha di fronte una stagione di lotta per riconquistare la pienezza di un reddito dignitoso e dei diritti fondamentali (primo tra tutti quello alla salute). E in un momento così difficile per le sorti delle persone più fragili il filo rosso dell’unità sindacale va tenuto molto saldo.

Lo afferma per primo Ivan Pedretti, dando il via ai lavori dell’assemblea nazionale: «I nostri iscritti e i pensionati ci chiedono di cercare strenuamente i punti di condivisione. È il tempo di un sindacato generale dei pensionati che possa guardare al futuro, in grado di aiutare i quattro milioni di persone che hanno smesso di curarsi a causa delle inefficienze o perché non hanno abbastanza soldi. Vogliamo che gli investimenti previsti dai capitoli 5 e 6 del Piano di ripresa e resilienza siano rispettati. Le case e gli ospedali di comunità devono essere finanziati e va assunto il personale necessario al lavoro di prevenzione e cura della cronicità».

L’Italia è un paese sempre più ingiusto – prosegue Pedretti -, la sanità non tiene conto delle trasformazioni sociali ed è lontana dalle esigenze dei cittadini. Abbiamo 16 milioni di pensionati privi dei servizi necessari per invecchiare serenamente. A causa del ripetuto blocco della rivalutazione, il valore delle pensioni è crollato e, inoltre, l’imposizione fiscale è superiore a quella del lavoro dipendente. Il sindacato ha combattuto quindici anni per ottenere la legge sulla non autosufficienza. Il Parlamento che l’ha votata ora deve stanziare i miliardi necessari per farla funzionare. Questi problemi non riguardano esclusivamente i sindacati dei pensionati, sono problemi di tutto il sindacato – conclude Pedretti – perché se i giovani non hanno un lavoro stabile e ben pagato il sistema pensionistico va in crisi.

Confronto con Cgil, Cisl e Uil

Secondo Carmelo Barbagallo, segretario della Uil pensionati, bisogna farla finita con la narrazione che i pensionati sarebbero responsabili dell’incerto futuro previdenziale dei giovani «Corriamo il rischio di non riuscire a fare entrare nell’agenda del governo l’adeguamento delle pensioni attraverso un fisco più equo e progressivo. Nessuno ci ha chiesto cosa pensiamo del taglio della rivalutazione da un certo reddito in su. Noi vogliamo confrontarci e devono starci a sentire. Per questa ragione, abbiamo chiesto, alla ministra del Lavoro un tavolo permanente».

Il sindacato – spiega Barbagallo – non è un partito di opposizione, noi ci confrontiamo con tutti e siamo disponibili a discutere anche di come i pensionati potrebbero diventare “produttivi” attraverso l’istituzione di un servizio civile dedicato. «Dobbiamo fare circolare le idee, ma pensare in modo unitario. Propongo di confrontarci con le nostre confederazioni nazionali e chiedere un incontro per discutere e chiedere il sostegno sui temi della piattaforma unitaria che oggi abbiamo riveduto e corretto».

No alla privatizzazione della sanità

Nei prossimi anni non potremo contare su maggiori risorse nell’ambito della salute pubblica, però quelle stanziate possono essere utilizzate meglio, afferma Emilio Didonè, segretario generale dei pensionati della Cisl.  «Dobbiamo mettere fine alla privatizzazione strisciante della sanità con il placet delle Regioni, non dobbiamo rassegnarci senza lottare. Nel documento di economia e finanza 2023 (Def) – ribadisce Didonè – il governo ha previsto un taglio della sanità di un punto e mezzo di Pil. È una scelta tragica per la tenuta democratica del paese. Il Sistema sanitario nazionale accessibile a tutti è un patrimonio che non intendiamo perdere. Le nostre proposte sono note, le abbiamo presentate non solo al governo ma anche alle Regioni e agli enti locali, e siamo pronti al confronto». La storia insegna – dice il segretario della Fnp-Cisl concludendo i lavori dell’assemblea nazionale – che senza l’apporto del sindacato il nostro paese non va da nessuna parte. «Siamo qui riuniti per programmare un futuro di benessere per le persone più fragili e vogliamo essere ascoltati. Le mobilitazioni territoriali serviranno a sostenere i tavoli di confronto su temi importanti per il bene di tutti i cittadini».