15 giugno, giornata mondiale contro la violenza sugli anziani

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Immagine di Freepik

Non risparmiano neanche nonne e nonni, anzi sembrano essere un fenomeno in aumento in tutti i paesi del mondo, nelle società cosiddette economicamente avanzate come nei paesi in via di sviluppo. Stiamo parlando degli abusi, dall’incuria alle aggressioni fisiche, dai ricatti economici fino alle pressioni psicologiche verso delle persone fragili per via dell’età avanzata

Giornata mondiale contro la violenza sugli anziani

Per richiamare l’attenzione su una questione che riguarda la salute pubblica ma anche i diritti umani, l’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) celebra il 15 giugno di ogni anno la Giornata mondiale contro la violenza sugli anziani.

Le statistiche. Non è facile dare un volto al fenomeno della violenza sugli anziani. Ancora oggi è un tabù sottostimato nelle statistiche ufficiali e poco presente agli operatori sanitari. Le varie forme di abuso nei confronti delle generazioni mature spesso sono percepite, dalle vittime stesse, come un affare privato che raramente oltrepassa le mura domestiche.

Dati affidabili, secondo il report diffuso dall’Onu, sono raccolti solo in pochi e selezionati paesi (non oltre il 10%). Pesano le ragioni culturali. Non esiste un’opinione univoca su cosa significhi commettere una qualche forma di prevaricazione verso un congiunto o un paziente anziano. Si tratta di una consapevolezza che può variare da un’area geografica all’altra e da un contesto socio-culturale all’altro.

Eppure l’Onu stima che 1 anziano su 6 abbia sofferto per intimidazioni fisiche (2,6%) o psicologiche (11,6%), o anche prevaricazioni economiche (6,8%). Le percentuali qui richiamate non rispecchiano fino in fondo la realtà perché sporadicamente gli anziani oggetto di comportamenti violenti denunciano i fatti alle autorità competenti.

Focus sulla violenza di genere

Quest’anno la giornata del 15 giugno ha un focus dedicato alla violenza di genere. L’obiettivo è lanciare la Campagna internazionale intitolata Chiudere il cerchio: la violenza contro le donne anziane, politiche e strumenti legislativi. Servono politiche pubbliche e inediti strumenti legislativi universali, spiegano gli organizzatori della Campagna, per prevenire e fermare ogni tipo di maltrattamento di genere, anche derivato dal ruolo che, nelle culture patriarcali, si richiede alle donne anziane di assumere nella famiglia e nella società.

L’indagine dello Spi Cgil

Gli stereotipi di genere possono essere una causa scatenante della violenza nei confronti delle donne? Il sindacato dei pensionati della Cgil, insieme all’Alta scuola Luciano Lama e all’Ires Emilia Romagna, ha cercato delle risposte intervistando 8 mila persone, di cui il 23% uomini. I risultati dell’indagine raccontano di pregiudizi persistenti e di una visione della divisione dei ruoli ancora rigida. Comportamenti controllanti o vessatori nei riguardi delle ultrasessantenni raramente sono casi sporadici. Si radicano di frequente in un ambiente familiare dove esiste una storia di soprusi da parte del partner e, non di rado, dei figli stessi.

Il 7,1% delle donne intervistate ha subito pressioni psicologiche anche dopo i sessanta anni di età: limitazioni del rapporto con la famiglia e gli amici (4%), delle attività al di fuori di casa (2,6%) e costante messa in dubbio della fedeltà coniugale (2,6%).

«Rispetto alle giovani – spiegano i ricercatori dell’Ires Emilia Romagna –, le donne di età avanzata mostrano una maggiore resistenza a riconoscersi come bersaglio della violenza: subalternità e atteggiamenti psicologicamente abusivi non sono percepiti nella loro reale gravità e, non di rado, vengono sopportati pur di non rendere pubblica una condizione “personale” e per spirito di “responsabilità” verso la famiglia».