I rifugiati nel mondo sono 103 milioni. Il doppio di dieci anni fa

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Il rapporto Migrantes, presentato questa mattina, sottolinea l’urgenza di cambiare le politiche dell’immigrazione. Il presidente della Cei, Zuppi: “La questione immigrazione non può essere più considerata come emergenziale. Serve un approccio civile”

Il numero dei rifugiati nel mondo nel 2022 è stato pari 103 milioni di persone, più del doppio di dieci anni fa. Una cifra senza precedenti, pari ad 1 abitante su 77. A mettere nero su bianco il dato record, è il Rapporto 2022 sul diritto d’asilo della Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma, alla Pontificia Università gregoriana.

Il 2022 è stato l’anno in cui l’Europa ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea. Sono stati infatti 10 milioni gli ingressi di profughi dall’Ucraina nei soli quattro Paesi membri confinanti ma anche 6,3 milioni i rientri più o meno stabili. Ma l’anno che sta finendo, è anche quello in cui – denuncia il rapporto – “l’Ue ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi”: dalla Grecia a tutti i Balcani, dalla Libia alla frontiera con la Bielorussia, dalle enclave spagnole sulla costa africana alle acque del Mediterraneo e dell’Atlantico sulla rotta delle Canarie fino all’ultima “novità” dell’anno, i moli dei porti italiani.

Un “pericoloso doppio standard” che ci ha portato a essere “solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri”, dicono i ricercatori. “La questione immigrazione non può essere più considerata come ‘emergenziale’ e necessita di politiche nuove anche in Italia”, ha detto il cardinale e capo della Cei, Matteo Maria Zuppi, presente all’iniziativa.

“Sono 40 anni – ha detto il cardinale – che andiamo avanti con l’emergenza, ad esempio, con file ignobili solo per inoltrare una domanda burocratica. Sono ignobili soprattutto per noi, che dovremmo avere un approccio civile a queste problematiche”.