La sanità negata delle liste d’attesa

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Nel 2022 è saltata in media una visita di controllo su cinque. Mentre il sistema pubblico è in affanno e non riesce a recuperare i controlli persi a causa del Covid, sale ancora la spesa privata. 
 

Una sanità a due facce, in cui il settore pubblico segna il passo mentre cresce ancora, anche a causa delle liste d’attesa, la spesa di cui gli italiani sono costretti a farsi carico per farsi curare nel privato.

Gli ultimi dati provenienti da un monitoraggio dell’Agenas, l’Agenzia sanitaria nazionale per le Regioni, fotografano una situazione di sofferenza che va avanti da tre anni. Asl e ospedali non riescono ancora a recuperare il lavoro andato perso dal drammatico 2020.

Il dato più significativo è quello relativo alle visite di controllo. Cioè alle visite specialistiche per chi ha già una diagnosi o per chi è cronico come un paziente diabetico o cardiopatico o oncologico. Secondo l’Agenas, nei primi sei mesi di quest’anno, sono state effettuate 13,7 milioni di prestazioni, circa 3,4 milioni in meno rispetto al 2019. In altre parole, è saltata in media una visita di controllo su cinque.
In alcune regioni va anche peggio: in Sardegna, Calabria e Sicilia a venir meno è addirittura una visita su tre. Meglio regioni come la Toscana (-10 per cento), seguita da Marche, Puglia, Lombardia ed Emilia Romagna (-15 per cento).

Mentre il servizio pubblico arranca, i privati lucrano. Secondo un rapporto del Ministero dell’Economia, la spesa a completo carico dei cittadini è aumentata nel 2021 di tre miliardi rispetto al 2019, passando da 34,8 miliardi a 37 miliardi. In dieci anni questa spesa sarebbe cresciuta di circa dieci miliardi.