Gli italiani snobbano i farmaci generici

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Indagine dell’Ires Veneto per lo Spi Cgil regionale sulle “ex ricette rosse”. Lo Spi e Cittadinanza attiva lanciano la campagna “Io equivalgo”

Monitoraggio della spesa farmaceutica per regioni

 C’è chi crede che il loro principio attivo sia diverso, o meno efficace. O chi pensa che l’assunzione richieda vie di somministrazioni meno “gradevoli” o che abbiano un minor numero di compresse nella scatola. Ecco perché gli italiani continuano a “snobbare” i farmaci generici e a optare per quelli di marca, decisamente più costosi seppure efficaci come gli altri.

Secondo una ricerca svolta dall’Ires Veneto per lo SPI CGIL regionale, nell’ambito dei medicinali che vengono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale – le ex ricette rosse, per intenderci, o gli ex farmaci mutuabili – nel 2015 i cittadini italiani hanno speso circa un miliardo di euro in più di quelli che avrebbero sborsato acquistando farmaci generici (detti anche equivalenti) che sono rimborsati in toto.

In altre parole, la scelta del medicinale di marca è costata lo scorso anno 16,50 euro a cittadino, soldi che si sarebbero risparmiati optando per il medicinale equivalente non “griffato”.

“Ricordiamo – spiega Camilla Costa, ricercatrice dell’Ires Venetoche quando si compra un prodotto di marca, il cittadino deve pagare anche la differenza fra il costo del farmaco griffato e quello del farmaco generico stabilito dall’Agenzia Italiana del Farmaco. Insomma nel 2015 se avessero scelto gli equivalenti i veneti avrebbero risparmiato oltre un miliardo di euro“.

In generale, in Italia nel 2015 la compartecipazione per l’acquisto dei medicinali rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale (gli ex ricetta rossa, appunto), ovvero la somma fra il ticket applicato da ogni singola regione (anche se non tutte lo prevedono, come si vede nella tabella) e la differenza fra il costo del farmaco di marca rispetto a quello equivalente, ha prodotto una spesa per i cittadini superiore a 1 miliardo e 500 mila euro, in media 25 euro pro-capite. Come detto, se avessero comprato solo farmaci generici, la spesa pro-capite si sarebbe ridotta a 8 euro e 50 centesimi, cioè la cifra relativa al ticket regionale sui farmaci.

In questa speciale classifica, i cittadini che hanno speso di più a livello pro capite per l’acquisto dei farmaci di marca sono quelli della Campania con 22 euro e 20 centesimi e sempre i campani sono quelli che hanno speso di più anche aggiungendo il ticket: 37 euro a persona.

Eppure risparmiare sarebbe possibile, con scelte più oculate e forse con una maggiore informazione. Invece in Italia la spesa anche per i farmaci ex ricetta rossa è in aumento, con una crescita del 6% negli ultimi due anni.

Assieme a Cittadinanza Attiva e ad altre realtà – spiega Rita Turati, segretario generale dello Spi Cgil del Veneto che ha affidato la ricerca all’Ires Veneto – abbiamo lanciato la campagna “Io equivalgo”, in cui invitiamo i cittadini a scegliere i medicinali equivalenti che rappresentano una scelta consapevole, di qualità, sicurezza ed efficaci a minor costo. Ricordiamo che, rispetto al farmaco di marca, il generico ha la stessa quantità di principio attivo, la stessa efficacia clinica, richiede le stesse dosi e le stesse modalità, ha le stesse indicazioni terapeutiche e le stesse controindicazioni, sono sottoposti alla stessa vigilanza, anche se possono avere forme, colori, sapori diversi”