Fango. Una mostra per non dimenticare le alluvioni di Senigallia e Romagna

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Centottanta foto scattate dagli abitanti dei comuni colpiti dalle alluvioni del 2014 e 2022 a Senigallia e 2023 in Romagna. L’esposizione accompagna la Festa nazionale di LiberEtà. Un’esperienza immersiva nel cambiamento climatico che sta stravolgendo i nostri territori 

La piena è arrivata poco prima della mezzanotte, le prime foto sono state scattate al buio dai balconi, un fiume di acqua torbida avanza, invade le strade e continua a salire trascinando con sé tutto quel che incontra.

All’interno dell’ex carcere della Rocca Roveresca di Senigallia, sono in mostra centottanta immagini, raccolte sotto il titolo di “Fango”, una mostra con foto scattate dagli abitanti dei comuni colpiti dalle alluvioni del 2014, 2022 a Senigallia e 2023 in Romagna.

A Senigallia, il 16 settembre, dopo due giorni di piogge straordinarie, il fiume Misa tracima e un’ondata di fango travolge decine di piccole località non distanti dai suoi argini. Le immagini documentano la paura, lo sgomento, l’impotenza. Non sono sempre immagini perfette ma sono di un realismo che smuove sentimenti profondi.

I curatori della mostra raccontano il lavoro ricerca delle testimonianze fotografiche, il sostegno del sindacato pensionati delle Marche e dell’Emilia Romagna, delle tantissime Leghe. Sono loro ad avere raccolto le foto scattate mentre il fango avanzava e nei giorni successivi, quando l’esame dei danni fa i conti con quanto perso da ogni alluvionato: gli interni delle abitazioni, i siti produttivi, gli esercizi commerciali, le scuole, tutti gli antichi portici delle città. Un’immagine aerea mostra la chiazza di fango che dopo avere devastato il lungo mare e gli storici bagni, si spinge al largo, lontano dalla costa.

Come documentato dalla mostra, le terre al confine tra la Romagna e le Marche hanno alle spalle una lunga storia di alluvioni. La più antica, testimoniata da un documento dell’epoca, risale al 1765. E poi: 1897, 1940, 1976, 1982, 2014. E il 2022.

Particolarmente suggestive le foto in bianco e nero che ritraggono una Senigallia ferita dalle furia del fango in tempi lontani come in una storia che drammaticamente si ripete. La mostra ha anche una colonna sonora che rende la visita fortemente immersiva: il suono dell’acqua durante una delle alluvioni.