Costruire il futuro vuol dire anche ripercorrere il passato. Lo hanno fatto a La Spezia dove ieri è stato presentato un documentario che ricostruisce il ventennio che va dal 1943 al 1963.
“Fabbricare il futuro” racconta venti anni di lavoro, venti anni di storie di donne e uomini che hanno animato le principali realtà produttive del territorio: Arsenale, Oto Melara, cantieri del Muggiano, Termomeccanica, Ceramica Vaccari e Pertusola.
L’idea del film è venuta ai pensionati della Cgil che alla memoria ci tengono molto e sanno che solo partendo da ciò che è stato si può immaginare un futuro migliore. Il progetto è stato realizzato dal Museo audiovisivo della Resistenza, con la collaborazione del Comune della Spezia, l’Istituzione Servizi Culturali del Comune della Spezia e la Mediateca regionale ligure.
Sullo schermo si sono succedute interviste ai protagonisti di quella stagione. Importanti testimonianze orali che verranno poi anche trascritte in un volume che fornirà le basi scientifiche di un prezioso lavoro di ricerca storica.
Parliamo di un periodo storico denso di avvenimenti cruciali per la storia del nostro Paese e del territorio spezzino. Dopo il 25 luglio del 1943 ci furono manifestazioni spontanee, di gioia: gli italiani pensavano che la fine della guerra fosse vicina. Il 29 luglio alla Spezia morirono due giovanissimi operai uccisi durante una manifestazione: Rino Ceretti, di 19 anni, e Lina Fratoni, di 15 anni, uccisa mentre alla testa del corteo sventolava una bandiera. La ragazza lavorava da solo una settimana alle Officine Motosi.
Nel marzo del 44 ci fu lo sciopero politico insurrezionale contro il fascismo. Quasi 2 milioni di lavoratori, nel nord Italia, aderirono all’iniziativa. Anche nel territorio spezzino ci fu una grande mobilitazione, che portò a ritorsioni, arresti, torture e deportazioni. Dopo gli scioperi del marzo del 44, con le fabbriche distrutte dai bombardamenti e con il timore di essere arrestati e deportati nei campi di lavoro, molti lavoratori fecero la scelta di aderire alla Resistenza ed alla guerra partigiana.
Molto significative anche le testimonianze e le ricostruzioni delle lotte operaie degli anni 50, con le occupazioni di fabbriche e gli scioperi ad oltranza contro i licenziamenti politici di massa, mirati a colpire i lavoratori socialisti, comunisti ed iscritti al sindacato; licenziamenti che provocarono consistenti ondate migratorie all’estero.
Il ricercatore Maurizio Fiorillo ha curato la registrazione delle testimonianze insieme all’équipe di Archivi della Resistenza, dotata di grande esperienza nella raccolta e nell’utilizzo di fonti orali, con la collaborazione di Luigi Pellegrino dello Spi Cgil di La Spezia.
“La memoria, per essere preservata, deve essere trasmessa alle future generazioni- ha detto Pellegrino – a coloro che esprimeranno la futura classe dirigente del paese, affinché la facciano propria e ne diventino i custodi. Questo è il senso profondo e fondativo del progetto Fabbricare il Futuro, che continuerà nella fase due con l’analisi di un altro periodo storico cruciale, dal 1964 al 1969.”
Ieri il documentario è stato presentato al pubblico dal Sindaco della città, dalla Camera del Lavoro della Spezia con Luca Comiti, dal Presidente del M.A.R Pierluigi Peracchini, dal segretario generale dello Spi di La Spezia Carla Mastrantonio e anche dal segretario generale dei pensionati Cgil Ivan Pedretti che ha ricordato quanto sia importante la storia del movimento dei lavoratori: “E’ la nostra storia. Ricordiamola guardando al futuro”.