Attorno alla diffusione del coronavirus si è fatta molta confusione e non tutti sanno quali sono effettivamente i comportamenti corretti da tenere e quali invece quelli da evitare. Ecco allora che vogliamo contribuire a fare chiarezza, tenendo conto anche del fatto che ad essere contagiati con maggiore severità sono proprio gli anziani, anche alla luce del nuovo decreto varato dal governo. Secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità, infatti, gli ammalati over 65 sono il 53 per cento del totale.
Cosa fare
Se si ha febbre, tosse o difficoltà respiratorie e si sospetta di essere stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria Covid-19:
rimanere in casa, non recarsi al pronto soccorso e negli ambulatori ma chiamare al telefono il medico di famiglia che dirà cosa fare ed eventualmente fisserà un appuntamento per la visita. Oppure chiamare il numero verde regionale. Utilizzare i numeri di emergenza 112/118 soltanto se strettamente necessario.
Il nuovo decreto del governo
Il nuovo decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, introduce norme più stringenti. Chiude scuole e università fino al 15 marzo, campionato di calcio a porte chiuse per un mese, stop a tutti gli eventi affollati.
Durante l’emergenza, i datori di lavoro possono fare ricorso allo smart working. Il piano Conte prevede anche l’aumento del 50 per cento dei posti letto in terapia intensiva e il raddoppio dei posti nei reparti di pneumologia e malattie infettive.
Attenzione massima per anziani e pazienti a rischio
E’ fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.
Cosa si può fare per proteggersi?
Mantenersi informati sulla diffusione dell’epidemia, disponibile sul sito dell’OMS e sul sito del ministero e adotta le seguenti misure di protezione personale:
lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol per eliminare il virus dalle mani; mantenere una certa distanza – almeno due metri – dalle altre persone, in particolare quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata; evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie.
Per tutte le persone che rientrano dai viaggi dalle zone a rischio negli ultimi 14 giorni c’è obbligo di isolamento domiciliare fiduciario e di comunicazione al Dipartimento di prevenzione della propria Asl, nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta.
Ecco i numeri verdi regionali attivati per l’emergenza nuovo coronavirus:
Basilicata: 800 99 66 88
Calabria: 800 76 76 76
Campania: 800 90 96 99
Emilia-Romagna: 800 033 033
Friuli Venezia Giulia: 800 500 300
Lazio: 800 11 88 00
Lombardia: 800 89 45 45
Marche: 800 93 66 77
Piemonte: 800 333 444
Provincia autonoma di Trento: 800 86 73 88
Puglia: 800 713 931
Sicilia: 800 45 87 87
Toscana: 800 55 60 60
Trentino Alto Adige: 800 751 751
Umbria: 800 63 63 63
Val d’Aosta: 800 122 121
Veneto: 800 46 23 40
Altri numeri utili dedicati all’emergenza nuovo coronavirus
Abruzzo
ASL n. 1 L’Aquila:118
ASL n. 2 Chieti-Lanciano-Vasto: 800 860 146
ASL n. 3 Pescara: 118
ASL n. 4 Teramo: 800 090 147
Liguria
Numero di emergenza coronavirus 112
Molise
Sono attivi i numeri: 0874 313000 e 0874 409000
Sardegna
Chiamare il 333 61 44 123
Piacenza
Si può contattare il numero 0523 317979 attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13
Anche il sindacato dei pensionati della Cgil ha invitato tutte le proprie strutture territoriali a seguire le norme di comportamento e ad evitare assembramenti o affollamenti nelle proprie sedi. Senza panico ma con le attenzioni necessarie lo Spi Cgil è certo di poter continuare a svolgere, con il consueto spirito di servizio rivolto a tutti i cittadini, le attività a cui è chiamato a tutela e difesa dei più deboli e dei diritti.