Dopo aver combattuto tante battaglie nella sua vita di sindacalista, Bruno Pizzica, 70 anni, segretario generale dello Spi Cgil dell’Emilia Romagna si è spento ieri nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove da circa due mesi era ricoverato per Covid. Lascia la moglie Antonella Raspadori, con cui condivideva la passione e il lavoro per il sindacato, la figlia Sara e il figlio Marco.
Classe 1951, abruzzese di Pratola Peligna, sui monti della Maiella, liceo classico a Sulmona, poi laurea in Scienze Politiche a Firenze. A Bologna Pizzica arriva dal 1975 come funzionario del Ministero del Tesoro, In Funzione Pubblica fino al 1989, diventa due anni dopo addetto stampa della Camera del Lavoro di Bologna; dal 1992 al 1996 è stato segretario generale della Funzione Pubblica, quindi in segreteria confederale dal 1996 . Qui per otto anni si occupa di contrattazione territoriale e sociale, welfare, riforme istituzionali, sanità. Nel 2004 diventa segretario generale dello Spi di Bologna. Nel 2012 entra in segreteria regionale Spi. Membro del Direttivo nazionale della Cgil dal 2010, a marzo 2014 viene segretario generale Spi-Cgil Emilia-Romagna.
La sua scomparsa lascia sgomenti le istituzioni locali e regionali, il sindacato che per decenni è stato la sua casa e anche la nostra casa editrice. Oltre a essere il dirigente sindacale responsabile dell’inserto Argento vivo allegato alla rivista LiberEtà che arriva ogni mese nelle case degli abbonati in Emilia Romagna, Pizzica ricopriva anche il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione nella casa editrice LiberEtà.
«La morte di Bruno Pizzica – le parole del segretario generale Spi Cgil Ivan Pedretti – ci colpisce e ci addolora tutti. Ci mancheranno la sua voce preziosa e il suo pensiero sempre autorevole, serio e rigoroso. Riposa in pace, compagno».
Molti messaggi di cordoglio vengono in queste ore affidati anche ai social.
«Ci lascia un compagno di valore, un dirigente serio e illuminato, un uomo generoso e garbato» è il ricordo della segreteria nazionale dello Spi. «Siamo vicini alla sua famiglia, che amava molto, e a tutto lo Spi Cgil dell’Emilia Romagna per una scomparsa che ci rattrista nel profondo.
La sua saggezza, il suo pensiero lungo, la passione con cui ha operato nel Sindacato sono una preziosa eredità politica per tutta la nostra Organizzazione».
«Ognuno di noi – si legge nel messaggio postato su Facebook dalla segreteria regionale dello Spi Cgil Emilia Romagna – serba un ricordo particolare della tua preziosa presenza; collettivamente portiamo nel cuore e nella mente le tante azioni che hai compiuto per migliorare la condizione anziana, per ottenere maggiore attenzione verso chi è più fragile anche in una regione così attenta come la nostra, per conservare la migliore Memoria che ci rende ciò che siamo (dalla Resistenza alle lotte degli anni Settanta). Sono state le tue passioni. Ma una sopra tutte le altre: il sindacato, la Cgil, della quale sei stato uno dei dirigenti più conosciuti e sempre presente dalle piazze alle assemblee di lega, dai mille impegni quotidiani al Congresso nazionale. Le parole oggi non bastano a dire tutto quello che abbiamo nell’animo. Una promessa e un impegno: continueremo a lavorare come ci hai mostrato tu, perché in qualche modo ti avremo sempre al nostro fianco. Alla moglie, la nostra compagna Antonella Raspadori, e alla figlia Sara il cordoglio di tutto il sindacato pensionati».
Bruno Pizzica è stato uno dei dirigenti più autorevoli e popolari della Cgil dell’Emilia-Romagna e come segretario prima dello Spi bolognese e poi di quello regionale ha operato per la tutela delle persone anziane e fragili confrontandosi con presidenti di Regione, sindaci, amministratori locali, mondo dell’associazionismo, interloquendo spesso con personalità della politica e della cultura bolognesi e nazionali.
«Dietro il suo sorriso bonario – così lo ricorda l’amministratrice delegata di Liberetà, Miriam Broglia – Bruno nascondeva una natura di uomo curioso del mondo sociale, attento a considerare ogni problema da più punti di vista. Un fine intellettuale che oltre al sindacato, tra le sue passioni aveva anche quella della scrittura e del giornalismo. Un uomo speciale attento alle fragilità e al riscatto anche culturale degli ultimi».
Le esequie si svolgeranno lunedì 1 marzo presso la sala Pantheon della Certosa di Bologna. Dalle ore 13:30 alle ore 14:45 si potrà accedere in numero rigorosamente contingentato e a rotazione per pochi minuti.