Gli angeli della porta accanto

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Se qualcuno aveva fatto presto a fabbricarsi il solito cliché dei nostri ragazzi più preoccupati della movida che del bene comune, complice qualche servizio televisivo di troppo e un po’ semplicistico, non aveva fatto i conti con la gara di solidarietà che negli ultimi giorni e nelle ultime ore vede mobilitati in tutta Italia centinaia di ragazzi che si sono offerti di portare cibo, medicine e generi di prima necessità alle persone più fragili e agli anziani, confinati nelle loro case a causa dell’emergenza coronavirus.

Da Roma a La Spezia, da Marsala a Barletta, da Napoli a Bologna, e ad Asti, dove è stato il vescovo Prastaro in persona, in accordo con l‘amministrazione cittadina, a invitare i più giovani a muoversi per dare una mano.

Associazioni cattoliche, come la Caritas e la Croce Rossa, e laiche come l’Auser e l’Arci, hanno diramato note alle loro strutture chiamando in causa i propri volontari per non lasciare da soli i nostri anziani in un momento mai visto dal Paese.

L’Auser, in particolare, lavora da giorni in accordo con prefetture e protezione civile, per mantenere aperti i servizi di segretariato sociale, di ascolto, di spesa e consegna pasti. Un impegno diffuso in tutto il territorio nazionale, a cominciare proprio dalla Lombardia.

In decine di comuni della provincia di Varese oltre alle amministrazioni e ai volontari, sono scese in campo anche la protezione civile, le coop e le proloco e altre iniziative analoghe stanno sorgendo nelle altre province.

Da Nord a Sud: in molti piccoli comuni, sono le amministrazioni comunali ad essere il motore di questa solidarietà porta a porta, come è successo a Biccari, in provincia di Foggia, dove la cooperativa di comunità ha promosso la «consegna a domicilio per anziani e persone sole».

In altri casi sono i vicini di casa, a farsi avanti. Lo ha raccontato anche lo Spi Cgil su Facebook. Nell’angoscia di queste ore, in molti posti si riscoprono spazi di umanità e di solidarietà inattesi.

Una solidarietà, si intende, che va fatta con tutte le cautele del caso. Le restrizioni alla mobilità individuale, dettate dall’ultimo decreto del governo in vigore da ieri per tentare di fermare il contagio, sono stringenti per tutti.

Nella capitale, ad esempio, i primi a muoversi sono stati i volontari dello Sparwasser, il circolo culturale del Pigneto che venerdì scorso ha lanciato al quartiere un appello a cui hanno risposto in duecento. Tra questi ci sono molti universitari fuori sede.

Il protocollo diffuso dall’associazione è molto rigido, con un sistema di tracciatura che incrocia la posizione dei volontari con quella delle richieste, per permettere a chi sta prestando il suo aiuto in queste ore, di fare meno strada possibile e incontrare di preferenza un solo assistito. Le consegne sono guidate telefonicamente per evitare truffe, e i volontari una volta a destinazione consegnano la spesa alla porta, tenendosi a distanza di sicurezza per non veicolare nuovi contagi.

«Moltissimi sono anziani soli – spiega Diana Armento, presidente dello Sparwasser e promotrice di “Casa Pigneto, quartiere solidale” -, ma abbiamo anche casi più delicati come un gruppo di quattro anziani, residenti nella stessa casa, tra cui tre non autosufficienti e un novantunenne, l’unico in grado di muoversi. Queste persone, in questo momento, hanno bisogno di tutto».

Armento è subissata di telefonate di gruppi da tutta Italia, che chiedono consigli su come muoversi. «A tutti – continua – diciamo di organizzarsi in autonomia nel proprio quartiere per limitare al massimo gli spostamenti, e poter prestare un servizio più efficace». Così stanno nascendo altri gruppi in molti quartieri della città. Tanto più preziosi, nel momento stesso in cui i siti per la prenotazione online e la consegna a domicilio delle grandi catene commerciali stanno andando in tilt per eccesso di richieste.

Altra associazione molto attiva nella capitale è Nonna Roma, che sta attivando un servizio con modalità simili a Ciampino e nel Municipio III. Il banco alimentare mensile, con cui Nonna Roma assiste 150 nuclei familiari, dalla settimana prossima sarà domiciliare, proprio per venire incontro alle esigenze delle famiglie.

E così, anche se le sedi di molte associazioni sono ormai chiuse, chi può, insomma dà una mano per salvaguardare l’incolumità dei nostri vecchi. Di fronte alla crisi, finalmente ci riscopriamo una comunità solidale.

Sull’esempio della capitale, in molte città ci si organizza. Per creare una rete a livello nazionale è nato il sito https://www.covid19italia.info/issues/#servizi-e-iniziative-solidali, dove vengono raccolte tutte le iniziative di solidarietà che stanno nascendo sul territorio.