Rsa, le proposte della Comunità di Sant’Egidio  

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“Siamo molto preoccupati per l’isolamento al quale sono sottoposti gli anziani nelle strutture residenziali. Rivolgiamo un appello alle regioni e alle direzioni di queste strutture perché apprestino gli strumenti per consentire alle famiglie di visitare i loro cari”. A dirlo è il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, in una conferenza stampa. La Comunità ha avanzato una serie di proposte per superare il sistema della residenzialità assistita.

“Le case di riposo non possono più essere il perno del sistema di cura agli anziani – ha proseguito Imapagliazzo -. Abbiamo notizie di un peggioramento delle condizioni di vita in queste strutture e di decessi legati al senso di abbandono che oggi molti assistiti avvertono. In molti casi le visite sono consentite, ma per tante ragioni non hanno luogo e questo non fa che aumentare il senso di solitudine. Non è un caso che il 50 per cento dei decessi sia avvenuto nelle Rsa e nelle case di riposo, che spesso fanno parte di un mondo sommerso sconosciuto alle regioni”.

“Il sistema della residenzialità – ha continuato Impagliazzo – va superato, a favore di un continuità assistenziale che faccia leva sull’assistenza domiciliare integrata. In media ogni anziano bisognoso nel nostro paese riceve sedici ore di cure: fingiamo che esista un’assistenza territoriale, quando in realtà l’unica forma di assistenza la fa il milione di badanti che vive in Italia. La seconda proposta che sottoponiamo al governo è quella di semplificare le procedure per la regolarizzazione, e risolvere la richiesta alle badanti dell’idoneità allogiativa con una autocertificazione”.

“La terza proposta è quella di incrementare il sistema di co-housing. Si può fare in molti modi: sostenendo il privato sociale, con incentivi o contributi affitto per gli anziani che vogliono condividere una casa con altre persone. In ogni caso  deve essere garantita l’autodeterminazione delle persone”.