La tredicesima edizione di Siamo Tutti Pedoni si concentra sul modello di Città 30 come città delle relazioni, approfondendo come questo modello abbia a che fare più con la costruzione di spazi a misura di comunità che con la riduzione della velocità fine a sé stessa.
Chi va piano va sano e va lontano recita un vecchio proverbio italiano che potrebbe essere utilizzato come un mantra nel promuovere il progetto “La Città 30 per la città delle relazioni”, iniziativa che sta all’interno della campagna nazionale “Siamo tutti pedoni” promossa da tredici anni dai sindacati dei pensionati Cgil Cisl e Uil e che in questa edizione si focalizza sul modello “Città 30”.
Il progetto, come già dimostrato da diverse esperienze europee e internazionali, interviene sulla velocità delle auto e su una contestuale e progressiva trasformazione urbanistica che rendono le nostre città più accoglienti. Una città più vivibile a misura di pedoni, di anziani che possono muoversi in sicurezza senza rischiare la vita, di genitori che possono serenamente guidare i passeggini, di persone non autosufficienti e dei loro assistenti che hanno la libertà di spostarsi con la sedia a rotelle senza pericoli e ostacoli.
«Il modello Città 30 – sottolinea Carla Mastrantonio, segretaria nazionale dello Spi Cgil – non si focalizza soltanto sulla riduzione della velocità, è una visione parziale questa. Vogliamo rilanciare l’idea che la sicurezza stradale è collegata a un tema più ampio, quello di una comunità in cui le relazioni siano più facili e agili e dove ci si sposta facilmente e non si rimane in solitudine. Se un anziano sa che può uscire e spostarsi nel suo quartiere senza correre rischi è più sereno nel dedicarsi ad attività che lo portano fuori casa e ne guadagna in salute e benessere. Crediamo molto in questo progetto: nella prossima primavera ci saranno un evento di lancio nazionale e una serie di iniziative territoriali». Una opportunità di trasformare l’attuale modello di città, in meglio, proprio per perseguire gli obiettivi della Città delle relazioni che la campagna “Siamo tutti pedoni” si pone da sempre.
Sulla città delle relazioni si sono focalizzati i sindacati dei pensionati lo scorso 27 febbraio nel presentare la campagna nazionale alla Camera dei deputati, introdotti da Carmelo Barbagallo. L’evento era successivo alle polemiche sul territorio comunale di Bologna e alle dichiarazioni polemiche del vicepremier Matteo Salvini.
«A nessuno piacciono i limiti – ha sottolineato in conferenza Marco Pollastri, presidente del Centro studi e comunicazione ambientale Antartide – Il numero trenta non va percepito come un limite alle nostre opportunità ma piuttosto come libertà di muoversi. L’applicazione generale dei trenta chilometri all’ora nelle strade urbane di una città o di parte di essa può diventare un’occasione che va colta nella sua totalità. Non solo per ridurre la velocità dei mezzi e conseguentemente ridurre il tragico numero di morti e feriti con drammi familiari e costi sociali ed economici. Ma anche come una straordinaria opportunità per trasformare l’attuale modello di città, in meglio».
Alla conferenza sono intervenuti deputati e deputate dell’opposizione e membri della commissione trasporti, Giulia Pastorella, Valentina Ghio e Roberto Morassut che hanno ribadito la necessità di non utilizzare il progetto Città 30 come uno scontro ideologico e l’impegno a condurre una battaglia parlamentare nell’ambito del codice della strada per arrivare a una vera e propria proposta di legge su Città 30. «Per rendere la nostra civiltà più avanzata, democratica e più vivibile da parte delle persone è necessario ricalcolare lo spazio pubblico che ora è nelle mani delle automobili, arrivare a un concetto di spazio pubblico nuovo, risolvere i problemi del consumo di suolo, attualmente sotto la ‘dittatura’ delle automobili. Città 30 deve comprendere anche un modello di trasporto diverso, quindi aumentare i mezzi pubblici e renderli più efficienti; aumentare e favorire la ciclopedonalità; limitare lo spazio per le automobili».
Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl, ha chiuso l’evento ribadendo la necessità di investire sul trasporto pubblico, sulla rete urbana, con una nuova mobilità in città pensata non solo per agevolare gli spostamenti in automobile ma per ridurre l’incidentalità stradale che coinvolge i pedoni di ogni età, che in prevalenza oggi sono over sessantacinque.
I dati. Nel 2022 sono stati 287 i pedoni over65 morti sulle strade delle città italiane, circa il 60 per cento di quelli totali, e più di 6.000 i pedoni over65 coinvolti in incidenti stradali che hanno riportato ferite di varia gravità (un terzo del totale). Fra le principali cause degli incidenti e sicuramente della gravità degli stessi nel caso di pedoni vi è proprio la velocità. Una tendenza nazionale, quello dei pedoni investiti, che, pur registrando un lieve calo negli ultimi anni (al netto del periodo del Covid), continua a restituire dati allarmanti che collocano la sicurezza stradale fra le principali emergenze nazionali. Inoltre, dai dati della sorveglianza PASSI d’Argento (PdA) coordinata dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e raccolti nel biennio 2021-2022, risulta che il 15 per cento degli anziani (ovvero più di due milioni della popolazione con 65 anni o più) vive in condizioni di rischio di isolamento sociale e dichiara che in una “settimana normale” non incontra né telefona a nessuno e non partecipa ad attività con altre persone presso punti di incontro o aggregazione. Un dato preoccupante che, in alcune realtà regionali, arriva a coinvolgere quasi un anziano su tre con un forte gradiente geografico a sfavore delle Regioni del Sud d’Italia (20 per cento contro il 10 per cento nel Nord e il 14 per cento al Centro). Ne esce un quadro che merita un’attenzione particolare, non solo rispetto alla popolazione più anziana ma per l’intera società.
Scarica il libretto dell’edizione 2023: La città 30 per la città delle relazioni
Scarica il manifesto dell’edizione 2023
I banner di Siamo Tutti Pedoni