Il governo italiano ha appena varato un maxi decreto da 55 miliardi per affrontare l’emergenza. Ben 16 miliardi per rinnovare la cassa integrazione in deroga già avviata con il decreto marzo: altre nove settimane a disposizione di tutte le aziende, anche quelle con un solo dipendente. Dove si prendono i soldi? Il governo ha già ottenuto l’ok del Parlamento per aumentare il debito. Quindi quelle risorse le prendiamo in prestito sul mercato, pagando degli interessi. Ma a giugno potrebbe esserci un altro canale, molto più vantaggioso, da cui rastrellare i fondi. Si tratta di SURE, il nuovo fondo lanciato dalla Commissione Ue proprio per tutelare i lavoratori. Si parte da 25 miliardi di euro del bilancio comune europeo versati da tutti i Paesi membri: si raccoglieranno come in un salvadanaio che farà da garanzia per nuovi titoli da vendere sul mercato. Si punta a raccogliere fino a 100 miliardi. In questo caso i prestiti dei risparmiatori sono più vantaggiosi per le autorità, perché i titoli della Commissione hanno una “pagella” migliore di quelli del Tesoro italiano (tripla A), quindi si riescono a vendere anche con interessi molto bassi. Una volta raccolte le risorse, Bruxelles le girerà ai Paesi che ne faranno richiesta con un meccanismo veloce. Si tratta sempre di un prestito, ma da restituire con scadenze lunghe e con oneri bassi. L’Italia potrà ricevere fino a 20 miliardi. Ma per far partire il meccanismo – che prevede anche corsi di aggiornamento e formazione per i lavoratori in “pausa” di lavoro – serve il regolamento, un passaggio che si preannuncia complicato. Bruxelles si è impegnata ad essere veloce: nelle prossime settimane le regole dovrebbero arrivare, in modo da dare il via ai prestiti dal primo giugno.
Rubrica a cura di Bianca Di Giovanni