Post terremoto. A Camerino nasce un nuovo spazio per i cittadini

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È la prima struttura completamente autosufficiente ed ecocompatibile della zona. Si alimenta autonomamente, grazie ai pannelli solari montati sul tetto, ed è stata costruita secondo le nuove norme antisismiche entrate in vigore a maggio di un anno fa. È la nuova sede dei pensionati Cgil di Camerino, in provincia di Macerata, che verrà inaugurata giovedì 18 aprile alle ore 9.30. Un’inaugurazione un po’ speciale. Vediamo perché.

Dopo il terremoto del 2016, lo Spi Cgil delle Marche ha deciso di creare uno spazio nuovo, aperto a tutti, per dare un segnale forte di presenza. Per dire che bisogna battersi contro lo spopolamento delle aree interne. Ma anche per lanciare un grido d’allarme: qui la ricostruzione non è nemmeno iniziata.

Il segretario organizzativo dello Spi Cgil Marche, Massimo Girolami, ci racconta che la struttura che è stata costruita risponde pienamente alla nuova normativa antisismica. “Siamo i primi sul territorio anche perché la nuova legge in materia è entrata in vigore il 1° maggio del 2018 quindi non c’è stato materialmente il tempo affinché si potessero realizzare edifici a norma”. Ma il vero problema qui a Camerino, come in tante altre zone del centro Italia colpite dal terremoto del 2016, è che di edifici ricostruiti non se ne vede nemmeno l’ombra. “Qualche costruttore ha edificato palazzi nuovi. Ma la ricostruzione degli edifici danneggiati non è mai iniziata”. Questo significa per molte persone dover vivere ancora in situazioni di totale precarietà. “C’è chi è stato trasferito sulla costa. Chi vive nelle case provvisorie. Ma nessuno di fatto è potuto tornare a casa propria”.

Per gli anziani, che il sindacato dei pensionati della Cgil rappresenta, la situazione è ancor più drammatica. È difficile per un anziano adattarsi alle nuove condizioni di vita. Ritrovarsi magari anche con un’abitazione provvisoria, dove intorno però non c’è nulla. “Siamo nel deserto dei Tartari”, prosegue amaramente Girolami. E poi ormai sono passati quasi tre anni. Tanti pensionati si sentono deportati, senza radici. Senza casa, nel senso più ampio del termine.

L’intenzione del sindacato dei pensionati è affermare l’idea della rinascita e della presenza sul territorio, contro tutti quelli che, in un modo o nell’altro, “tifano” perché lo spopolamento continui. “È come se qualcuno pensasse che il problema delle aree interne si potesse risolvere semplicemente trascurandoci, così prima o poi ci estingueremo”, dice Girolami portando il suo ragionamento all’estremo, per farci capire la drammaticità della situazione. Qui nelle zone del terremoto ci sono paesi con scuole nuove di zecca, ricostruite, ma vuote, perché gli alunni non ci sono più. E poi ci sono altre zone dove invece gli alunni ci sono, ma non le scuole. “Servirebbe un coordinamento tra i vari comuni. Un progetto condiviso”, ci spiega. “E mentre qualcuno pensa di andarsene e di spopolare. Noi invece vogliamo insediarci”.

Per questo quello di giovedì è un appuntamento importante. Sarà presente anche il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti. Ma ci saranno anche tutti i mezzi donati dallo Spi nazionale dopo il terremoto: automobili, camper, unità mobili che sono state donate dalla struttura nazionale e da alcune strutture territoriali come lo Spi Cgil della Basilicata che subito dopo il sisma donò un camper.

Insieme a Pedretti interverranno anche Elio Cerri, segretario generale dello Spi Cgil Marche, Massimo Girolami, segretario organizzativo dello Spi Marche, Daniel Taddei, Segretario generale della Cgil di Macerata, Daniela Barbaresi, Segretaria della Cgil Marche, Stefano Tordini, Segretario generale dello Spi Cgil di Macerata, Sara Spuntarelli dell’Università di Camerino, Valerio Valeriani, Coordinatore ATS 16-17-18, e Antonio Marcucci, presidente dell’Auser di Macerata. Ci saranno anche le testimonianze di Sauro Bravi e Clara Maccari.